Letta e Renzi a confronto su Economia e Lavoro

di Barbara Weisz

Pubblicato 12 Febbraio 2014
Aggiornato 3 Marzo 2014 14:29

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Le politiche economiche portate avanti dal premier Letta e quelle contenute nel Job Act di Renzi a confronto dopo il vertice a Palazzo Chigi del 12 febbraio.

Italia per l’ennesima volta sull’orlo di una crisi di Governo, mentre il mondo delle imprese continua a chiedere alla politica passi concreti per agganciare la ripresa. La potenziale staffetta fra il premier Enrico Letta e il segretario del Pd Matteo Renzi porta tutti a chiedersi cosa cambierebbe per il Paese e su cosa si fondano le differenze programmatiche di politica interna, considerato che entrambi sono europeisti convinti, pur critici nei confronti delle politiche di austerity degli ultimi anni.

Confronto

Le riposte agli interrogativi si chiariranno presso la direzione del Pd il 13 febbraio. Nel frattempo, cerchiamo di analizzare la situazione a partire dai rispettivi impegni politici su crisi, ripresa e lavoro. Quelle di Renzi sono in parte riassumibili nel Job Act, quelle di Letta si esprimono attraverso le scelte del suo Governo. Tentiamo un confronto.

Programma Letta

Il premier Letta ha proposto la sua ricetta in ottobre, chiedendo la fiducia al Senato: «rafforzamento della ripresa in atto, taglio consistente delle tasse sul lavoro e sui lavoratori, intervento drastico sui fattori che limitano la competitività dell’economia». Ha sottolineato l’importanza di un «costante e proficuo dialogo con il sindacato e con tutte le parti sociali» e ha definito una «buona notizia il documento comune sulla crescita presentato dagli imprenditori e i sindacati», il cosddetto accordo di Genova, su cui si è detto pronto al confronto. Il rilancio del suo impegno è contenuto nel discorso odierno “Impegno Italia“.

Misure attuate

I provvedimenti più importanti in ambito Economia, oltre alla Legge di Stabilità, sono stati il Piano Destinazione Italia e il nuovo pacchetto di incentivi per le imprese che investono in ricerca e innovazione (250 milioni nel 2014), discusso dal CdM il 6 febbraio. In entrambi i casi, si punta sulle agevolazioni, soprattutto fiscali, alle imprese e sulla semplificazione delle regole, anche nell’ottica di favorire lo sviluppo delle start-up. Sul fronte Lavoro, invece, si può citare il taglio del cuneo fiscale inserito nella manovra economica (non un atto del Governo ma che è comunque stata votata da un parlamento la cui maggioranza sostiene il governo Letta).

Programma Renzi

Il documento di riferimento per le politiche economiche di Renzi è il Jobs Act: un nuovo codice del lavoro, semplificazione delle tipologie contrattuali per andare verso un contratto a tempo indeterminato senza articolo 18 nei primi anni, Agenda Digitale, reddito minimo per i disoccupati. In generale, si può dire che il tema del lavoro è stato centrale anche nella campagna di Renzi per la segreteria del Pd, così come le tematiche legate alla crisi e alla ripresa.

Imprese

Tra le imprese non ci sono prese di posizione ufficiali a favore dell’uno o dell’altro, se non la pressante richiesta al Governo e alla Politica per imprimere un’accelerazione sul fronte delle misure per la crescita. Quanto all’esclation delle ultime ore, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha ribadito la “assoluta necessità per le imprese di avere risposte a istanze che non possono più aspettare» e si è dichiarato contrario all’ipotesi di elezioni, nella convinzione che «creare un vuoto con il voto peggiori solo la situazione».