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Pensioni INPS: l’ISTAT fotografa l’Italia

di Barbara Weisz

13 Novembre 2013 18:06

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Spesa pensionistica regione per regione, importo medio degli assegni, età dei pensionati, trattamenti di vecchiaia e assistenziali, pubblico e privato, rapporto pensionati-occupati: report ISTAT su dati INPS.

Le pensioni mediamente più alte sono in Lazio, le più basse in Basilicata, nelle isole oltre la metà dei pensionati ha un assegno inferiore a mille euro al mese, mentre nel Nord Ovest il 20,4% percepisce più di 2mila euro, anche perché nelle isole è molto più alta l’incidenza delle pensioni assistenziali, il rapporto più alto fa pensionati e occupati si rileva in Calabria, il più basso in Trentino: è l’ultima fotografia del sistema previdenziale italiano scattata dall’ISTAT su dati INPS, in un report del 12 novembre 2013 che si riferisce alla situazione previdenziale di fine 2011. Il dato generale, come prevedibile, è che la spesa pensionistica aumenta: nel 2011 è stata pari a 265,976 miliardi di euro, con un incremento sul 2010 pari al 2,9%.

La spesa pensionistica

I 265,9 miliardi di spesa previdenziale 2011 corripondono a 23,7 milioni di prestazioni erogate. La quota di spesa più alta riguarda le regioni del Nord Ovest, 30,1%, che hanno anche il maggior numero di pensionati, 27,5%, e di pensioni erogate, 27,2%. Nord-Est, Centro e Sud assorbono circa il 20% ciascuno della spesa complessiva, mentre le isole sono al 9,1% e l’estero allo 0,6%. Quanto all’incremento della spesa pensionistica rispetto al 2010 (che in tutta Italia come detto è stato del 2,9%), l’aumento più elevato è nelle isole, 3,7%, seguite dalle regioni del Centro, 3,1%, e dal Sud, 3%, mentre nel Nord-Est l’incremento è del 2,9% e nel Nord Ovest del 2,6%. In controtendenza il dato dell’estero, dove la spesa pensionistica diminuisce del 4%.Il maggior numero di pensionati è in Lombardia, 16,1%, seguita da Lazio, 8,5%, e Piemonte, 8,1%, il numero più baso in Val d’Aosta, 0,2%, Molise, 0,5%, province di Trento e Bolzano, entrambe allo 0,8%. L’importo complessivo, in relazione alla spesa totale, rispecchia fedelmente questa ripartizione: ai primi tre posti Lombardia, Lazio e Piemonete, agli ultimi Val ‘Aosta, Molise, Trento e Bolzano. Se però la spesa pensionistica si mette in relazione al pil di ciascuna regione, la mappa cambia: l’incidenza più alta sul prodotto interno lordo è in Liguria, pari al 21,25%, seguita da Calabria, 20,84%, e Puglia, 20,78%. Sopra il 20% anche Umbria e Sicilia. La spesa più bassa nella pronvia di Bolzano, 11,47%, in Trentino Alto Adige, 12,89%, e in Val d’Aosta, 13,8%. Sotto il 15% anche Veneto, Lombardia e provincia di Trento.

Importo medio delle pensioni

L’importo medio della pensione italiana è pari a 11mila 410 euro (il dato è puramente statistico, comprende tutte le tipologie di assegni). Superiori alla media nazionale le regioni del Nord Ovest, del Centro e del Nord Est, mentre sono inferiori gli assegni nelle isole e nel Sud. La distribuzione per regioni vede l’assegno medio più elevato nel Lazio, 13mila 170 euro, seguito da Lombardia, 12mila 532 euro, e Liguria, 12mila 339. Sopra i 12mila euro anche la pensione media in Piemonte e nella provincia di Bolzano. Gli assegni più bassi si trovano invece in Molise, 9mila 226 euro, Basilicata, 9mila 280 euro, e Calabria, 9mila 394 euro. Sotto quota 10mila anche l’Abruzzo, mentre importi medi fra i 10mila e gli 11mila euro si riscontrano in Campania, Sicilia, Marche, Puglia, Sardegna e Umbria, fra gli 11mila e i 12mila euro nella provincia di Treno, in Veneto, Val D’Aosta, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia. La ripartizione provinciale rispecchia i precedenti dati regionali: assegni più alti a Roma, Milano, Trieste, Torino e Genova. I più bassi in Ogliastra, Agrigento, Crotone, Benevento e Potenza.

A livello nazionale, il 42,6% dei pensionati ha un assegno inferiore ai mille euro al mese. La percentuale sale di circa 10 punti, sopra il 52%, nel Sud e nelle Isole, mentre è più bassa nel Nord Ovest, al 35,8%. Nelle regioni del Centro si registra invece la maggior incidenza di pensioni superiori ai 2mila euro al mese, 21,1%, e superiori a 3mila euro, 6,9%.

L’età dei pensionati

Il 71,6% dei pensionati italiani ha almeno 65 anni, mentre il 24,7% ha fra i 40 e i 64 anni e il 3,6% ha meno di 40 anni. L’incidenza dei pensionati under 40 sale sopra il 5% al Sud, mentre nelle altre zone si attesta intorno al 3%.

Tipologie di pensione

Il 78,4% dei trattamenti erogati, corrispondenti al 90,5% della spesa pensionistica complessiva, sono pensioni di invalidità, vecchiaia o ai superstiti. Il 18% degli assegni, per una spesa pari al 7,9% del totale, riguarda invece trattamenti assitenziali. Infine, ci sono le pensioni indennitarie: 3,6% sul numero dei trattamenti, 1,7% sulla spesa complessiva. Per quanto riguarda più nel dettaglio la composizione della fetta di gran lunga più rilevante delle pensioni erogate, le pensioni di vecchiaia rappresentano il 51,9% dei trattamenti e il 71,6% della spesa, quelle di invalidità rispettivamente il 5,9 e 4,2%, gli assegni ai superstiti il 20,6 e 14,7%.

La distribuzione geografica vede l’incidenza delle pensioni di vecchiaia salire al Nord e scendere al Sud e nelle isole, dove invece aumenta la percentuale di assegni assistenziali, che in queste regioni rappresentano circa un trattamento su quattro. Per la precisione, nel Nord Ovest il 59,8% delle pensioni (per una spesa pari al 76,6% del totale) è rappresentato dalle prestazioni di vecchiaia, mentre l’incidenza di questi assegni al Sud scende al 41,6% (spesa 63,7%), e nelle isole al 39,6% (spesa 62,6%). Andamento inverso per le pensioni di invalidità, che nel Sud e nelle isole ripsettivamente sono il 9,1 e l’8,7% dei trattamenti, il doppio rispetto al Nord Est, 4,3% e Nord Ovest, 3,7%. Stesso discorso per le pensioni assistenziali: sono il 27,4% nelle Isole e il 25,7% al Sud, mentre scendono al 13,4% nel Nord-est e al 12,9% nel Nord-Ovest.

Pubblico e privato

Le pensioni a ex dipendenti del settore privato rappresentano l’85,4% del totale, quelle a ex dipendenti pubblici il restante 14,6%. L’incidenza dei trattamenti pubblici è più alta al Centro, 17,3%, nel Sud, 18,1%, e nelle isole, 20,3%,contro quote del 13,5% al Nord Est e del 10,9% a Nord Ovest. Il 70,6% dei pensionati sono ex lavoratori dipendenti (pubblici e privati), mentre il 28,1% sono autonomi e l’1,3% liberi professionisti. L’importo medio della pensione è più alto per gli ex dipendenti (intorno ai 15mila euro annui), seguiti dai liberi professionisti (13mila euro) e dagli atuonomi (8mila600 euro).

Rapporto pensioni-occupazione

Il rapporto più alto fra pensionati e lavoratori attivi è in Calabria, dove ci sono 88,1 pensionati ogni 100 occupati. Valori superiori a 80 anche in Molise, Sicilia, Basilicata, Puglia, Calabria e Liguria. I valori più bassi si registrano in Trentino Alto Adige, 57 su 100, Veneto, 60,7%, e Lazio, 62,6%. (Fonte: report Inps sull’analisi territoriale delle pensioni italiane).