Le imprese sono deluse perché gli sgravi fiscali sono troppo bassi, i lavoratori pure per l’esiguità degli sconti Irpef, i sindacati sul piede di guerra per i tagli al pubblico impiego, ma se bisogna identificare quale categoria, per l’ennesima volta, paga il prezzo più alto con la Legge di Stabilità 2014, i dubbi sono veramente pochi: i pensionati. Per il terzo anno consecutivo, si bloccano o si riducono le rivalutazioni per molti trattamenti previdenziali. Per la precisione, stop all’adeguamento per chi prende almeno 3mila euro al mese (sei volte il minimo), mentre la rivalutazione è parziale per gli assegni superiori a 1500 euro al mese.
Blocco rivalutazioni
Dunque, la rivalutazione piena scatta solo per i trattamenti fino a tre volte il minimo. Dai 1500 ai 2mila euro, è ridotta al 90%, poi fino a 2mila 500 euro si scende al 75%, quindi al 50% dai 2mila 500 ai 3mila euro. Resta inteso che il blocco, o la riduzione, riguarda sempre e solo la parte di pensione in eccedenza rispetto alle soglie dei diversi scaglioni. Le pensioni superiori a tre volte il minimo sono ferme dal 2012, dopo il primo blocco deciso dalla riforma Fornero (qualcuno, probabilmente, ricorderà che fu annunciando questo il provvedimento che salirono le lacrime agli occhi all’ex ministro del Lavoro). Significa che gli assegni non vengono adeguati al costo della vita, misurato dall’inflazione. Per le pensioni, la rivalutazione è l’unica forma di “aumento” prevista, nel senso che non sono più agganciate agli aumenti previsti dai contratti per le categorie di appartenenza.Gli assegni sono rimasti fermi, nel 2012 e nel 2013, per sei milioni di pensionati, che secondo i calcoli della Cgil hanno perso circa 1.135 ciascuno. La misura contenuta nella Legge di Stabilità 2014 in realtà, a voler essere ottimisti, rappresenta una parziale buona notizia per chi ha un assegno compreso fra tre e sei volte il minimo, perché pur con le riduzioni gli scatti riprendono. Resta il fatto che si tratta di persone che, legittimamentre, si aspettavano che la rivalutazione tornasse pinea, in base alle vecchie regole, ovvero: al 90% per la parte fra tre e cinque volte il minimo, al 75% sopra questa cifra. La platea di coloro che invece hanno assegni superiori a 3mila euro al mese è stimata in circa 600mila pensionati, per i quali dunque il 2014 sarà il terzo anno consecutivo di blocco.
Pensioni d’oro ed Esodati
Nella manovra c’è anche un nuovo prelievo di solidarietà, per le pensioni d’oro, quindi per importi superiori a 100mila euro. E’ previsto per tre anni (dunque, a tutto il 2015), nelle seguenti misure: il 5% della parte di pensione tra i 100mila e i 150mila euro, il 10% fino a 200mila euro, il 15% sopra i 200mila euro. Rispetto alla norma contenuta nella finanziaria estiva del 2011, e poi bocciata perchè incostituzionale, la novità è rappresentata dal fatto che le risorse così risparmiate resteranno all’interno del sistema previdenziale. E andranno a finanziare nuove norme salva Esodati: si prevede una nuova salvaguardia per 6mila lavoratori, rimaste senza stipendio e senza pensione dopo la riforma Fornero. Questi 6mila salvaguardati si aggiungono ai 2.500 Esodati previsti dall’emendamento approvato il 15 ottobre alla Camera nell’ambito della conversione in legge del Decreto IMU.