Con l’avvicinarsi della Legge di Stabilità, il previsto taglio del cuneo fiscale assume contorni più definiti. In particolare, si inizia a quantificare sia l’aumento in busta paga dei lavoratori (da 100 a 300 euro, versati forse in un’unica soluzione prima dell’estate 2014) sia la riduzione del costo del lavoro a carico delle aziende (l’incidenza di imposte e contributi sulla spesa per ogni lavoratore è del 46,2%), probabilmente in forma di sgravi IRAP e INAIL. La bozza ufficiale del Governo arriverà entro fine ottobre, con iter parlamentare della manovra da concludersi entro fine anno.
Aumento in busta paga
Il premier Enrico Letta definisce l’intervento sul costo del lavoro il “cuore della manovra finanziaria”. Si prevede un taglio di 5 mld di euro, da dividere a metà tra imprese e lavoratori e l’ipotesi più accreditata prevede di intervenire con detrazioni IRPEF sul lavoro dipendente. Si sta tentando di restringere il numero dei beneficiari (abbassando il tetto di reddito) in modo da aumentare la somma pro-capite, ma le stime divergono parecchio: i sindacati si aspettano 250-300 euro l’anno, il ministero prudentemente si ferma a 120-150 euro.
Bonus datori di lavoro
Considerato che tasse e contributi si mangiano in media 14.350 euro per ogni lavoratore, per i 2,5 miliardi a vantaggio dei datori di lavoro, la strada indicata è quella delle assunzioni a tempo indeterminato. Si parla di un taglio Irap sulle assunzioni e di un alleggerimento dei contributi INAIL. Sembra probabile che si incentivino particolarmente le assunzioni dei giovani. Ricordiamo che le imprese chiedono all’Esecutivo un intervento più ampio, da almeno 15 miliardi, da spalmare sui prossimi anni ( nel cosidetto accordo di Genova). Le misure della Legge di Stabilità saranno un primo passaggio, seguito poi da altre fasi di riduzione del costo del lavoro, anche sull’onda dell’approvazione della delega fiscale.