Pensioni, argomento caldo del dibattito politico il prossimo autunno: fra le varie riforme attese su Lavoro, Fisco e IMU (leggi di più), in vista ci sono anche novità in materia previdenziale, con correttivi alla Riforma Fornero contenuta nel Salva Italia (dl 201/20122).
=> Ecco le ipotesi di Riforma su Pensioni ed Esodati
Nel programma Letta si ipotizzavano inizialmente formle di pensione anticipata che facilitassero il ricambio generazionale nel mondo del lavoro (vai al programma). Dopo la bocciatura della Corte Costituzionale sulle pensioni d’oro, inoltre, si apre la via a nuove soluzioni atte a fare cassa, con nuovi tagli che guarda caso potrebbero interessare le pensioni.
Il prelievo introdotto con la manovra Finanziaria 2011 e poi perfezionato dal Salva Italia è incostituzionale perchè discrimina una forma reddito in violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione (approfondisci la sentenza).
I pensionati che percepiscono assegni oltre 90mila euro si vedranno restituire i soldi ma la politica deve capire come reperire in altro modo il gettito: circa 25 milioni l’anno.
Blocco indicizzazione
Come anticipato dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini: «Si può bloccare l’indicizzazione». Pur limitato a una specifica categoria di reddito, non dovrebbe considerarsi giuridicamente sullo stesso piano di un prelievo straordinario, quale il contributo di solidarietà o sugli stipendi dei manager pubblici, a sua volta bocciato dalla Consulta).
In realtà, per effetto della Riforma Fornero il blocco è già in atto per tutto il 2013 e tocca non le pensioni d’oro ma tutti i trattamenti superiori a tre volte il minimo (1.486 euro lordi al mese). Evidentemente, il governo sta valutando di protrarre il blocco al 2014 o ad anni successivi, magari solo per i trattamenti più alti.
Il blocco delle rivalutazioni per pensioni 5 volte il minimo (previsto dalla finanziaria 2011, per assegni superiori a 2,380 euro al mese), valeva però solo 30mila euro l’anno.
Nuovo scaglione IRPEF
Una seconda ipotesi è un’aliquota IRPEF aggiuntiva sui redditi da pensione alti. In questo modo, si supererebbe il problema di leggittimità sollevato dalla Corte (perché si tratterebbe di una tassa applicata a tutti i redditi da lavoro), e l’effetto sulle finanze pubbliche sarebbe anche maggiore rispetto al contributo di solidarietà.
Ipotizzando un nuovo scaglione IRPEF sopra i 90mila euro, si applicherebbe a circa 555mila persone (1,35% dei contribuenti, di cui il 57,9% lavoratore dipendente, il 28,3% in pensione e il 13,8% lavoratori autonomi).
=> Consulta le aliquote Irpef 2012-2013
I contribuenti sopra i 100mila euro sono 428mila (l’1%). A guadagnare oltre 150mila euro annui sono quasi 157mila (0,38%), mentre ci sono quasi 32mila persone sopra i 300mila euro a cui, in realtà viene già applicato un contributo di solidarietà, pari al 3% lordo.
Se l’aliquota per questi redditi alti fosse maggiorata di un punto, in un solo anno darebbe un gettito superiore all’intero contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro.