Modifiche alla Riforma del Lavoro, con priorità ai giovani e ai cambiamenti alla riforma delle pensioni: sono i temi al centro del vertice fra il ministro Enrico Giovannini, e i rappresentanti di imprese e sindacati.
L’obiettivo è di raccogliere il maggior consenso possibile fra le parti sociali in vista di un imminente decreto legge sul lavoro che l’esecutivo capitanato da Enrico Letta intende approvare in tempi brevi, entro la fine di maggio (leggi qui).
Il vertice
E’ «l’inizio di un percorso» ha dichiarato Giovannini presentandosi al tavolo, volto ad «accelerare una trasmissione della ripresa economica al mercato del lavoro».
Presenti al verticesul fronte sindacale i segretari confederali della Cgil, Serena Sorrentino e Vera Lamonica, della Cisl, Luigi Sbarra, della Uil, Guglielmo Loy, e il leader dell’Ugl, Giovanni Centrella.
Per le imprese, il direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, e il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, che si è appellato a «un piano straordinario e risorse straordinarie».
Il Pacchetto Lavoro
Per il decreto Lavoro si confermano le ipotesi allo studio, che appaiono condivise:
- Ridurre le pause fra i contratti a termine a 20-30 giorni, rispettivamente per i contratti fino a sei mesi e per quelli più lunghi (in base alla legge Fornero, gli intervalli sono stati invece allungati a 60-90 giorni).
- Eliminare per il 2013 il contributo aggiuntivo dell’1,4% a carico delle imprese sui contratti a termine.
- Rendere più flessibile l’applicazione dei contratti di apprendistato.
- Incentivare l’occupazione dei giovani attivando misure di accompagnamento alla pensione dei lavoratori più anziani, come la Staffetta generazionale, in parallelo alle modifiche da apportare alla riforma delle pensioni.
- Sgravi fiscali per le aziende che assumono.
Le richieste
Le priorità per le PMI, ha spiegato Sangalli, sono: «semplificazione del mercato del lavoro, riduzione della burocrazia e dei costi del lavoro» e più in particolare maggior flessibilità in entrata, riduzione delle pause fra contratti a termine e riduzione del contributo aggiuntivo dell’1,4%.
I sindacati insistono per misure a sostegno dell’occupazione, e non sembrano in disaccordo ad esempio con l’ipotesi della staffetta generazionale.
Lo scenario
Sul fronte del Lavoro l’Italia è molto impegnata anche in un pressing a livello europeo (si è svolto in parallelo il primo summit europeo per il premier Enrico Letta). Fondamentale, anche per la messa a punto definitiva delle misure sul lavoro, l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo, attesa entro la fine di maggio.
Si tratta di un evento che provocherebbe un immediato allentamento ai patti di bilancio, liberando risorse intorno ai 12 miliardi di euro. Non saranno interamente dedicate al Pacchetto Lavoro, ha annunciato Giovannini alle parti sociali, aggiungendo che però le misure da decidere non saranno certo a costo zero.
Del resto, in base al Rapporto annuale ISTAT, l’Italia ha il poco ragguardevole primato europeo di giovani fra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano (i cosidetti Neet, acronimo inglese per not in employment, education or training): sono 2 milioni 250 mila nel 2012, il 23,9%, che significa quasi uno su quattro, con un incremento di 100mila unità in un anno.