Mettere mano alla Riforma del Lavoro rendendo più flessibile il rinnovo dei contratti a termine, sgravando le aziende e rilanciando l’occupazione giovanile, rivedendo (di nuovo) gli incentivi all’apprendistato.
Sono gli elementi intorno a cui ruota il “pacchetto lavoro” del ministro Enrico Giovannini, che ha convocato sindacati e imprese il 22 maggio per discutere delle misure da far confluire in un decreto che – secondo indiscrezioni – l’Esecutivo potrebbe approvare in settimana (nel CdM del 24 maggio).
Le tempistiche sembrano premature, ma è certo che il Governo è al lavoro sulle modifiche alla Riforma Fornero:
=>Lavoro: il Governo riformerà contratti a termine e apprendistato
Vediamo le misure su cui si attendono interventi legislativi.
Contratti a termine
Si pensa ad accorciare le pause obbligatorie fra un contratto a termine e l’altro, che la Riforma Fornero ha portato a 60 e 90 giorni, rispettivamente per i contratti fino a sei mesi e per quelli più lunghi. Precedentemente, gli intervalli erano pari a 10 e 20 giorni: sembra difficile che si torni a queste cifre, si ipotizza un punto di caduta fra 20 e 30 giorni.
Un altro tema di discussione, in materia è il causalone: in base alla riforma è obbligatorio indicare la causa del termine (identificata fra quelle previste dalla legge) per contratti di durata superiore a un anno: non si esclude che si allunghi la durata.
=>Il contratto a termine dopo la Riforma Fornero
Altro argomento molto caro alle aziende: si pensa di sospendere il contributo dell’1,4% a carico delle imprese sui contratti a termine, introdotto dalla riforma Fornero per finanziare la nuova Aspi, (assicurazione per l’impiego, ammortizzatore sociale che sostituisce l’indennità di disoccupazione e, gradualmente, anche la mobilità).
=>Scopri quando si applica il contributo dell’1,4%
Apprendistato
Serve trovare misure che facciano decollare questa tipologia contrattuale, che secondo la Riforma doveva essere il principale strumento di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Si pensa di sostituire l’obbligo di assumere una quota minima di apprendisti con incentivi alle imprese.
=>L’apprendistato dopo la Riforma Fornero
Giovani
Qui c’è un target preciso: creare 100mila posti di lavoro per giovani sotto i 25 anni. Concorrono all’obiettivo anche le sopra descritte modifiche su contratti a termine e apprendistato, ma se ne preparano anche altre. Ad esempio, per attuare il programma europeo Youth Guarantee, che mette a disposizione dei 27 paesi Ue sei miliardi di euro per garantire a ogni giovane un’occupazione entro quattro mesi dalla fine degli studi. Si pensa di agire soprattutto sui centri per l’impiego, promuovendone le attività di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
Fra le altre misure, c’è anche la cosiddetta “staffetta generazionale” fra lavoratori anziani, che potrebbero scegliere il part-time negli ultimi cinque anni prima della pensione, con lo stipendio ridotto di conseguenza ma la contribuzione piena) e giovani.
=> Le novità in vista sulla staffetta generazionale
Sgravi fiscali
Infine, si pensa ad agevolazioni fiscali, ad esempio per i redditi bassi. Si tratta di misure che, come sempre, devono far i conti con il difficile equilibrio di bilancio.