Ad aprire partita IVA in Italia sono soprattutto i giovani e le donne, guarda caso le due categorie che di più patiscono la morsa della disoccupazione: soprattutto nel 2012, sono state le più dinamiche sul fronte del lavoro autonomo.
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In termini di età, la crescita tra gli under 35 è stata del 12%, mentre per quanto riguarda il genere, quello femminile ha segnato + 7%, con un picco di oltre il 10% per le donne sotto i 35 anni.
La Riforma Fornero non ha infatti ancora prodotto i suoi effetti sulle Partite IVA: la norma lascia tempo alle aziende fino al luglio 2013 per adeguarsi alla stretta prevista (che impone di trasformare i contratti di consulenza in collaborazioni a progetto o assunzioni a tempo indeterminato al verificarsi di presupposti di lavoro subordinato.
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Le nuove Partite IVA
Secondo la rielaborazione della Cgia di Mestre, si tratta prevalentemente di nuovi autonomi che lavorano per un solo committente, visto che, come ha spiegato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, il boom di iscrizioni ha interessato soprattutto agenti e intermediari del Commercio all’ingrosso, liberi professionisti ed il settore Edilizia.
- Commercio: 51mila 721 (40% del totale), oltre la metà delle persone fisiche, il 24,4% dei giovani che hanno aperto Partita IVA,
- Libere professioni, 45mila 654, (55% del settore), oltre il 60% delle persone fisiche, il 21,5% dei giovani che hanno aperto Partita IVA,
- Costruzioni, 20mila 298, (37% del totale), il 46% delle persone fisiche, il 9,6% dei giovani che hanno aperto Partita IVA.
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Si tratta di settori che già negli anni passati avevano un alto numero di partite Iva (soprattutto i primi due), e quindi non registrano la più alta variazione percentuale, che spetta invece a istruzione (+56%), fornitura di energia e gas (+43%), trasporto e magazzinaggio (+30,9%).