Conto alla rovescia per l’accesso alla pensione riservata ai 65mila esodati del primo decreto Fornero: l’INPS sta per redigere la lista dei fortunati, valutando dei requisiti dei salvaguardati:
- di coloro a cui è stata inviata la lettera di invito a recarsi presso uffici di consulenza e patronati entro entro il 21 settembre per la verifica della posizione contributiva;
- degli altri contribuenti con requisiti ma senza convocazione, per i quali vige l’obbligo di avanzare richiesta entro il 21 novembre 2012.
Decreto Fornero
Oltre a coloro che hanno ricevuto la missiva INPS, rientrano nei criteri di selezione del primo decreto esodati (a firma Fornero):
- lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro in base ad accordi individuali o collettivi entro il 31 dicembre 2011,
- esonerati dal pubblico impiego entro il 4 dicembre 2011,
- lavoratori in congedo straordinario per assistenza di figli disabili.
Per queste fasce di esodati, le domande vanno presentate direttamente dal lavoratore oppure da un soggetto abilitato (es: patronato) alle Direzioni Territoriali del Lavoro, per via telematica o con raccomandata con ricevuta di ritorno, utilizzando il modulo preposto.
Decreto Spending Review
Ancora nessuna notizia del decreto attuativo del provvedimento inserito nella Spending Review con cui vengono ammessi alla pensione altri 55mila lavoratori esodati. Il decreto dovrebbe arrivare entro il 6 ottobre prossimo, ma c’è un intoppo parlamentare, con un problema di calendarizzazione in Aula creato dal Pdl, che rischia di provocare ulteriori ritardi.
Riforma Pensioni: modifiche al vaglio
In tutto, con i due provvedimenti approvati fino ad ora sarebbero salvaguardati 120mila esodati ma in vista potrebbe esserci un ulteriore allargamento della platea: una prima proposta in tal senso (Pd – Pdl) è stata affiancata dalla ulteriore proposta di modifica della riforma delle pensioni Fornero: si pensa a una sperimentazione fino al 2017 che dovrebbe permettere ai lavoratori di andare in pensione a 58 anni con 35 anni di contributi, ma prendendo un assegno ridotto.
Una revisione delle attuali normative potrebbe in parte placare gli animi: una ricerca internazionale ING rileva come in Europa il 52% dei lavoratori teme per il proprio futuro previdenziale. E l’Italia, insieme alla Spagna, è il paese in cui queste preoccupazioni sono più accentuate: riguardano il 65% dei lavoratori.