La Ragioneria Generale dello Stato ha reso noto che per eventuali allargamenti di platea per i lavoratori esodati da tutelare non c’è disponibilità finanziaria tra le risorse derivanti dai risparmi ottenuti con la riforma delle pensioni (300 miliardi al 2060), ma si dovranno studiare provvedimenti ad hoc che attingano altrove, prevedendo coperture «nell’ambito della complessiva spesa della pubblica amministrazione», come spiegato dall’ispettore generale capo Francesco Massicci in audizione presso le Commissioni Lavoro e Bilancio della Camera.
Tuttavia, è noto a tutti che i 120mila salvaguardati dal Governo sono troppo pochi e che bisogna riuscire a tutelare tutti i lavoratori rimasti senza stipendio né pensione per effetto della riforma Fornero : pertanto, chiedendo una soluzione anche per i 200mila esclusi dalle tutele fin qui approvate, la Cgil scende in piazza il 25 luglio, con una mobilitazione nazionale.
Il monito sulla copertura arriva mentre le forze sociali tornano a chiedere una soluzione globale e dal dibattito politico emergono posizioni trasversali.
Finora il Governo ha riservato circa 9 miliardi di euro per riparare ai “danni”, attraverso il Decreto Esodati (per 65mila lavoratori) ed il provvedimento nell’ultimo decreto di Spending Review (per 55mila lavoratori), su cui si chiedono ora nuovi correttivi.
Contenuti in un documento della Commissione Lavoro alla Camera – che riunisce una proposta bipartisan della maggioranza e due di Lega e Italia dei Valori – i correttivi chiedono:
- che non ci si limiti al riconoscimento dei soli accordi di mobilità stipulati in sede ministeriale, perché crea disuguaglianze e esclude le intese siglate presso le direzioni provinciali del lavoro;
- che per i lavoratori ammessi alla prosecuzione volontaria dei contributi si rivedano gli eccessivi paletti imposti.
Da sottolineare che in Parlamento non mancano orientamenti, come quello espresso da Giuliano Cazzola (Pdl), favorevoli a una soluzione strutturale all’interno del sistema previdenziale, che tuteli gli esodati senza bisogno di continuare a prevedere deroghe alla riforma delle pensioni.