Rinvio ASPI, allentamento della stretta su Partite IVA e contratti a termine: su questi punti i partiti di maggioranza hanno raggiunto un accordo per cambiare la Riforma del Lavoro.
In arrivo ci sono 10 emendamenti, come annunciato dai capigruppo di Pd e Pdl in commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano e Nino Foti.
Le modifiche verranno inserite nel Decreto Sviluppo o nel provvedimento di Spending Review.
Le modifiche fanno parte degli accordi presi con il Governo, in cambio del voto di fiducia sul Ddl di Riforma del Lavoro. Si tratta di un’intesa che «recepisce in modo completo l’avviso comune di Cgil, Cisl e Uil e Confindustria su questa materia e lo integra con misure relative agli ammortizzatori sociali e alla flessibilità in entrata».
Vediamo nel dettaglio cosa riguardano questi dieci emendamenti.
ASPI e Cassa integrazione
Proroga di un anno per l’ASPI – l’assicurazione generale per l’impiego che sostituirà indennità di disoccupazione e mobilità – che slitta al 2014 (rispetto all’attuale primo gennaio 2013): nel frattempo, l’emendamento prevede, che entro il 30 ottobre 2013, il ministero del Lavoro effettui, attraverso un confronto con le parti sociali, una ricognizione delle disposizioni e un monitoraggio del sistema di ammortizzatori sociali vigente, in relazione alla congiuntura economica e ai livelli occupazionali in essere, al fine di verificare eventuali ulteriori misure.
In materia di cassa integrazione si prevede la possibilità di cumulo con i voucher stagionali, e il ripristino della cassa integrazione straordinaria (CIGS) per le aziende in difficoltà che possono partecipare ai bandi di gara.
Partite IVA
Anche qui l’emendamento prevede un rinvio al 2014 per quanto riguarda l’aumento delle aliquote contributive per le partite IVA, previste ora in aumento fino a 6 punti ( al 33% dal 27%) da gennaio 2013.
Un emendamento prevede anche la modifica di uno dei tre parametri che possono far scattare la trasformazione del contratto da consulente in lavoratroe subordinato (false partite IVA): il corrispettivo deve rappresentare almeno l’80% del reddito del lavoratore per almeno due anni (non più solo per un anno).
Contratti a termine
L’intervallo di tempo che deve trascorrere fra la stipula di un contratto a tempo determinato ed un altro viene eliminato per i lavori stagionali nella proposta della Maggioranza.
In tutti gli altri casi, si chiede con un emendamento che venga demandato alla contrattazione fra le parti (la riforma invece aumenta le pause).
Pensioni
Come è noto, fra le richieste al Governo c’era anche quella relativa agli esodati (la salvaguardia di altri 55mila lavoratori oltre ai 65mila già previsti dal decreto Fornero).
Secondo quanto si legge sul comunicato ufficiale con le proposte di modifica alla Riforma del Lavoro, questo tema non verrà affrontato nel corso del dibattito sul Decreto Sviluppo ma nell’ambito della Spending Review.