Spiraglio in vista per gli esodati penalizzati dalla Riforma delle pensioni, anche se il condizionale è d’obbligo finché non sarà concluso il lavoro del tavolo tecnico del Ministero: la novità riguarda i lavoratori in mobilità, per i quali sarebbe possibile andare in pensione con le vecchie regole, a prescindere dal fatto che gli accordi siano o meno stati firmati prima del 4 dicembre.
Lo ha fatto intendere il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, riferendosi alla questione dei lavoratori esodati, a margine di un evento alla Federazione Nazionale della Stampa: «per chi ha accettato accordi collettivi di mobilità lo strumento principale sarà il pensionamento con le vecchie regole, per gli altri vedremo i numeri».
Nulla di certo, insomma, ma forse un’apertura per tutti i lavoratori che sono andati in mobilità nel 2011 sottoscrivendo di fatto accordi che li accompagnassero alla data della pensione.
Fornero ha assicurato che dopo Pasqua ci saranno stime precise sul numero di esodati rimasti fuori dalle deroghe alla riforma delle pensioni, e su di esse verranno individuati i criteri per definire la nuova tranche di pensioni anticipate. Purtroppo i numeri circolati nelle ultime settimane, che arrivano a 350mila persone, «non ci permettono di dare risposte a tutti» ha dichiarato il ministro.
Il problema è noto: la riforma delle pensioni ha cambiato i requisiti di pensionabilità e ci sono molti lavoratori che si sono trovati in una sorta di limbo, perché erano usciti dal mondo dal lavoro certi di andare in pensione in breve termine (secondo le vecchie regole) ma che ora non possono più farlo perché con le nuove disposizioni si sono innalzati i requisiti.
È un problema che presumibilmente riguarda molte donne, visto che una delle misure di maggior rilievo della riforma delle pensioni riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel privato.
Lavoratori in mobilità
Secondo quanto prevede il Decreto Salva Italia, tutti i lavoratori in mobilità che hanno sottoscritto accordi entro il 4 dicembre 2011 andranno in pensione senza problemi; adesso – in base alle ultime dichiarazioni – si intravedono nuove aperture, anche se in realtà il ministro h ribadito che ci sono situazioni molto diverse fra gli esodati. Comunque, il problema principale al momento riguarda i numeri: inizialmente il Governo aveva stimato che gli “esodati” fossero circa 65mila, ora invece circolano cifre fino a 350mila persone.
Una delle difficoltà nell’effettuare questo calcolo è determinata non tanto dagli accordi di mobilità o da quelli “collettivi” delle grandi aziende, ma dai tanti accordi individuali.
È stato formato uno specifico tavolo tecnico al ministero per fare i calcoli, e determinare con precisione il numero degli esodati. Ed anche per calibrare le risorse.