Il mercato del lavoro è in crisi, lo rilevano le aziende e i professionisti, che in molti casi nel corso di questo 2012 vorrebbero cambiare lavoro. Sono i principali risultati della Hays Salary Guide 2012, report che la società specializzata nel recruitment ha realizzato per il terzo anno consecutivo e che analizza il sentimento nei confronti del mercato del lavoro delle aziende e dei professionisti.
Un’altra ricerca, questa volta di Career Builder, evidenzia intanto che una larga parte di lavoratori italiani, il 75%, con il proprio stipendio arriva a fatica alla fine del mese, senza risparmiare nulla.
La Hays Salary Guide 2012
Partiamo dall’indagine Hays, condotta su un campione nazionale di 260 aziende e 1200 professionisti. Il 65% di questi ultimi vorrebbe cambiare lavoro nel 2012, con diverse motivazioni. La più gettonata è la ricerca di una maggior soddisfazione personale, 66,2%, seguita a brevissima distanza dalle prospettive di crescita, 65,8%. Il 49,3% vorrebbe uno stipendio migliore, e c’è anche un 7,7% che a lasciare la propria occupazione è costretto dalla crisi dell’azienda in cui lavora.
La ricerca fotografa un perdurante clima di incertezza. Forse si può dire che la negatività è avvertita dai professionisti più che dalle aziende, che certo non vedono rosa ma sono più prudenti.
La crisi vista dalle aziende
A fronte di un 25% di aziende che segnala di trovarsi in difficoltà nell’attuale situazione di crisi economica, c’è un 57,7% che ritiene di aver messo in campo risposte adeguate, anche se è basso, pari al 17,5%, il numero delle imprese che risponde in modo pienamente positivo.
Detto questo, la maggior parte delle aziende (quasi il 60%) dichiara che non cercherà nuovo personale nel 2012, anche se c’è un 40,7% che invece intende fare assunzioni, soprattutto ricercando figure tecniche.
Secondo le aziende, il problema numero uno relativo al mercato del lavoro è la pressione fiscale, seguita dalla rigidità della legislazione sul lavoro e dalla mancanza d dinamismo sul mercato del lavoro (queste tre ipotesi sono tutte indicate da oltre il 50% delle aziende interpellate). C’è poi un 33,2% che segnala una mancanza di fiducia nell’economia, mentre sono più basse (comprese fra il 10 e il 20%) le risposte che indicano la mancanza di professionisti specializzati o un’inadeguata formazione accademica.
Quanto alle aspettative per il 2012, il 51,9% delle imprese ritiene che sia ancora troppo presto per formulare ipotesi, i 29,5% esprime fiducia nella ripartenza del mercato del lavoro, il 18,6% è invece pessimista. Come detto, non manca la percezione della crisi ma c’è una certa prudenza.
La crisi vista dai professionisti
Sul fronte dei professionisti, i principali problemi dell’economia che vengono indicati sono i bassi livelli di credito e liquidità, 48,7%, la crisi europea, 47,6%, l’alto debito pubblico, 41,7%m, la mancanza di fiducia, 40,6%. Molto più basso, pari al 29,6%, che indica una legislazione del lavoro non flessibile.
Le opinioni dei professionisti sul mercato italiano del recruitment sono abbastanza negative. Il 60,2% ritiene la situazione difficile, e il 14,8% addirittura pessima. La via più facile per trovare lavoro nella stragrande maggioranza dei casi, il 70,2%, è rappresentata dai contatti personali, seguita però a breve distanza, 67,4%, dalle società di ricerca e selezione.
Ma sono molti i professionisti che si rivolgono alla Rete: il 26,4% ritiene i siti internet un buon canale, il 25,2% segnala i social network professionali, come Linkedin. Il contatto diretto con le aziende è segnalato dal 35,8%, le agenzie per il lavoro temporaneo dal 3,1%.
Cambiare lavoro
Fra le principali difficoltà con cui un professionista si scontra nel momento di cambiare lavoro c’è lo stipendio, nel 46,3% al di sotto delle aspettative, seguito dalla necessità di doversi rapportare con un nuovo management, 31,2%. Segnalate anche la scarsa conoscenza delle lingue straniere o dei software professionali e la mancanza di formazione specifica.
È interessante un paragone fra il modo in cui i professionisti investono nella propria formazione per dare valore al curriculum e le priorità delle aziende quando cercando nuovi candidati.
I professionisti investono soprattutto in IT, sviluppo delle competenze trasversali, conoscenze linguistiche.
Le aziende fra titolo di studio e solida esperienza scelgono massicciamente la seconda (82,7%). Quanto alle caratteristiche dei candidati, privilegiano la capacità di adattarsi alle nuove regole imposte dal mercato, 66,2%, una forte motivazione, 63%, versatilità, 49,5%, spirito di sacrificio, 35,6%, lealtà, 31%, attaccamento al lavoro, 27,8%.
Per quanto riguarda le competenze più tecniche, le aziende cercano la conoscenza del settore di appartenenza e il relativo know-how specifico, capacità di problem solving e di lavorare in team, matrice commerciale e organizzativa. Importanti anche skills informatiche e linguistiche.
Fra le lingue straniere, quella di gran lunga più richiesta resta l’inglese, 87,3%, seguita da francese, 17,5%, tedesco, 13,9%, e spagnolo, 11,4%, ma sono citati anche il russo, 4,2%, il portoghese, 3,6%, il cinese, 5,4%, e l’arabo, 2,4%.
La ricerca di Career Builder
Infine, la ricerca di Career Builder, la cui attenzione si focalizza sulla difficoltà di arrivare alla fine del mese con lo stipendio. Il 75% dichiara che lo stipendio basta appena appena ad arrivare alla busta paga successiva.
Ne risentono i risparmi: il 39% non risparmia nulla, il 9% riesce a mettere via meno di 60 euro al mese e il 25% meno di 120 euro al mese.
Tony Roy, presidente dell’area Emea di CareerBuilder, fornisce tre suggerimenti per gestire al meglio le proprie disponibilità:
- Registrare le spese: creare una tabella segnando le spese mensili, anche quelle di lieve entità come il caffè al bar, il taxi o lo spuntino pomeridiano. È un modo per capire meglio dove eventualmente tagliare le spese.
- Migliorare le entrate: si possono considerare la ricerca di un secondo lavoro o in generale la possibilità di intraprendere nuove attività da inserire nella propria giornata.
- Parlare con le HR in azienda: è utile chiedere alla società per cui si lavora se esiste al possibilità di usufruire di agevolazioni, magari per servizi come la palestra, sconti in negozi al dettaglio, rimborsi spese per trasporti.