Sulla riforma del lavoro il presidente del Consiglio Mario Monti ha incassato il consenso di massima delle parti sociali, durante l’incontro del 20 marzo. Un riforma del lavoro studiata dal ministro del Welfare Elsa Fornero e giudicata dal premier «molto coerente come solidità e impostazione strutturale».
Dunque compromesso tra Governo e parti sociali trovato, tutte «hanno rinunciato a qualcosa», come aveva chiesto il Capo dello Stato, ha sottolineato Monti a margine dell’incontro.
Un ottimo risultato frutto del percorso iniziato a gennaio e fatto di una fitta serie di riunioni «che hanno consentito di affrontare diversi aspetti e che hanno visto un percorso da parte di ciascuna delle parti sociali molto rispettoso del momento dell’economia italiana».
Sul quadro complessivo della riforma del mercato del lavoro, sintetizzato nei capitoli che la compongono dal ministro Fornero, è stato acquisito il consenso di massima delle parti e su questo si lavorerà nei prossimi due giorni.
Per Monti quella del mercato del lavoro è «una riforma condivisa e strutturale», come era stato chiesto dall’Unione Europea. L’obiettivo «contribuire a dare una prospettiva italiana a vantaggio dei giovani».
Articolo 18
Per quanto riguarda il punto più nodoso, i licenziamenti individuali e l’articolo 18, Monti ha dichiarato che il Governo deciderà «quanto prima come procedere dal punto di vista legislativo. Sulla disciplina dei licenziamenti individuali abbiamo voluto accertare la posizione delle parti sulla normativa che, modificando l’articolo 18, il ministro ha proposto. Abbiamo voluto condurre un accertamento con scrupolo».
La conclusione è stata che tutte le parti sociali sono aperte «all’articolo 18 nella formulazione nuova proposta dal Governo ad eccezione della Cgil che ha manifestato una posizione negativa», ma questa non è poi una grande novità. Monti precisa però «nessuno ha potere di veto», il Governo non cerca il consenso ad ogni costo e l’aspetto dell’articolo 18 «non è più sottoposto ad analisi nella prossima riunione» del 22 marzo, dalla quale dovrebbe uscire la versione finale della riforma del lavoro.
Infine Monti ha precisato che «né oggi né giovedì c’è stato, o ci sarà, un accordo firmato tra Governo e parti sociali». In ogni caso il premier è positivo ha dichiarato di confidare «in una riforma condivisa».
Probabile l’ipotesi di portare la riforma in parlamento attraverso una legge delega.
Per la leader della Cgil Susanna Camusso il «Governo punta a licenziamenti facili». Raffaele Bonanni della Cisl esprime invece «giudizio positivo», come Luigi Angeletti della Uil che però aggiunge «servono modifiche». La presidente degli industriali Emma Marcegaglia si è invece focalizzata sull’aspetto della flessibilità in entrata e sulla necessità di «evitare un aumento dei costi» per le imprese.