Il Governo Monti, dopo averlo annunciato da tempo, rende pubbliche le idee in tema di liberalizzazioni, aprendo immediatamente lo scontro tra le parti in causa; a fare scalpore anche la deroga all’Articolo 18, definita con l’obiettivo di promuovere i processi di crescita delle piccole imprese, che prevede nel caso di fusione con un’altra azienda e contemporaneo superamento del tetto di 15 dipendenti, una deroga allo Statuto dei lavoratori.
L’azienda potrà, secondo la bozza del provvedimento allo studio del Governo Monti, continuare a beneficiare, fino a 50 dipendenti, della flessibilità preesistente.
Le reazioni dei sindacati sull’articolo 18
La notizia ha generato l’immediata replica da parte dei sindacati, che sostengono la necessità di non modificare in alcun modo l’articolo 18, interrogandosi sulla poca chiarezza nel riproporre questa misura in un «provvedimento sulle liberalizzazioni che non è stato oggetto di confronto con le parti sociali».
Stessa considerazione da parte del PD, secondo cui «l’articolo 18 e le norme sul lavoro vanno tenute fuori dal pacchetto sulle liberalizzazioni».
Liberalizzazioni
Ad ogni modo il pacchetto liberalizzazioni contiene importanti modifiche per una serie di aziende e professionisti, impattati in maniera diversa dal piano Monti.
Ad esempio i distributori di carburanti potranno vendere alimenti, bevande e giornali, mentre i petrolieri saranno liberi di aprire impianti 100% self service, mentre alcune misure prevedono liberalizzazioni anche per saldi e vendite promozionali.
Per i liberi professionisti è prevista l’abolizione delle tariffe minime e massime, con una nota particolare che riguarda i notai: saranno mille in più entro il 2013.
Infine gli interventi sulle farmacie, con l’abbassamento da 4.000 a 3.000 abitanti della soglia per le nuove aperture, l’ampliamento alla vendita di farmaci di fascia C.In particolare tali farmaci (ovvero quelli che si vendono con ricetta medica) potranno essere venduti anche negli esercizi commerciali.