La riforma delle pensioni attuata dal Governo Monti e dal Ministro Elsa Fornero è entrata in vigore il 1° gennaio 2012, con importanti modifiche per i lavoratori da un lato, e per le imprese dall’altro. Tra gli effetti della riforma delle pensioni spiccano anche nuove modalità di calcolo delle anzianità contributive dopo l’addio alle pensioni anzianità.
Massimale contributivo
Alcuni correttivi alla riforma delle pensioni potrebbero essere operati dal Governo su due fronti: le interruzioni dei rapporti di lavoro mediante accordi individuali per il pagamento volontario dei contributi mancanti al raggiungimento dei vecchi parametri, ora non tutelati dalle nuove norme, e le penalizzazioni per i lavoratori precoci, che avendo alle spalle numerosi anni di contributi vanno in pensione prima dei 62 anni.
Questa nuova modalità di calcolo introduce anche altre perplessità significative, come nel caso di coloro che avranno liquidata la pensione con più di 40 anni di contributi. In questo caso, infatti, il cambio di regole potrebbe alzare l’assegno facendo rientrare nel calcolo anche gli anni dopo il 40esimo e avvalendosi dell’applicazione o meno del massimale contributivo, previsto dalla legge 335/1995.
Domande di pensionamento online
Intanto prosegue la sperimentazione INPS circa l’inoltro telematico della domanda di pensionamento. Grazie ad una proroga dell’Istituto si rinvia al 1 maggio l’obbligo di sottomissione delle domande, anche quelle relative ad assegni sociali, di invalidità e inabilità, utilizzando la sola via telematica.
In alternativa gli utenti potranno avvalersi dei patronati, che potranno veicolare le richieste attraverso i noti sistemi telematici, evitando così ai cittadini di doversi attrezzare di personal computer e connessione internet per le proprie domande previdenziali e assistenziali.
Età pensionabile
Ricordiamo che la riforma delle pensioni da lavoro ha previsto il graduale innalzamento dell’età pensionabile, portata a 66 anni per gli uomini e le dipendenti pubbliche e a 62 anni per le lavoratrici nel settore privato. Per queste poi si salirà di sei mesi all’anno a partire dal 2013 fino a raggiungere i 66 anni nel 2016.
Per le autonome si parte già dal 2012 con 63 anni e 6 mesi per poi innalzare l’età di un anno ogni 2, raggiungendo i 65 e 6 mesi nel 2016 ed i 66 nel 2018.
Pensionati 2011
Infine, segnaliamo ancora una volta che i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti nel 2011 hanno diritto al trattamento previdenziale previsto dalle precedenti normative, indipendentemente dalla certificazione che Inps e Inpdap rilasciano per attestare tale diritto, ma con solo «valore solo dichiarativo».
Peraltro gli istituti sono ancora in attesa di conoscere le modalità per la definizione di tale documento.