Sono due i binari fondamentali su cui si concentrerà l’azione del Governo Monti nel 2012: la crescita economica italiana (con un’agenda che vede il primo, e forse più importante capitolo, nella riforma del mercato del lavoro) e la crisi europea.
Il primo punto riguarda da vicino le aziende che con le difficili condizioni dell’economia reale si confrontano tutti i giorni. Il secondo può sembrare un tema più lontano dagli interessi nazionali e anche da quelli del mondo produttivo ma in realtà non lo è: la crisi del debito sovrano è il problema numero uno da risolvere nell’agenda economica internazionale, è alla base della crisi economica anche italiana e dei problemi che le aziende hanno a stare sul mercato.
La soluzione del problema è ancora tutta da scrivere, visti gli scarsi risultati ottenuti dal vertice di dicembre. E l’Italia deve giocare un ruolo fondamentale, riuscendo soprattutto a far passare una linea di flessibilità sulla riduzione del debito: senza, si rischiano anni caratterizzati da manovre finanziarie di salvataggio come quelle viste negli ultimi mesi che certo non aiutano l’economia a riprendersi.
Riforma del lavoro
Partiamo dall’agenda per la crescita economica. Come detto, il capitolo fondamentale è rappresentato dalla riforma del mercato del lavoro, con il primo appuntamento importante fissato per il 9 gennaio, quando inizieranno gli incontri con le parti sociali. Qui il ruolo fondamentale, per il Governo, sarà giocato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, che dopo essersi occupata della riforma delle pensioni ora gestirà dunque un’altra situazione particolarmente delicata. A pochi giorni dall’inizio ufficiale dei colloqui, il dibattito si sta già scaldando.
A mettersi di traverso è la Cgil, che chiede un tavolo unitario. «Gli incontri separati stile Sacconi rendono tutto più complicato e più lungo» dichiara la segretaria Susanna Camusso. Ma il governo non sembra intenzionato a cambiare linea: incontri separati, non un tavolo con le parti sociali riunite.
Camusso incalza anche sui temi da affrontare: un «piano per il lavoro», con particolare attenzione a giovani e donne (un punto, questo, che sembra condiviso dall’esecutivo secondo le linee emerse già dalla manovra Salva Italia), misure per ridurre la precarietà, «ammortizzatori sociali per chi perde il posto a ogni età e per ogni azienda».
Comunque sia, il calendario prevede che lunedì prossimo inizino gli incontri con i singoli leader sindacali, poi il governo formulerà le ipotesi di riforma del lavoro. Agli incontri parteciperanno i ministri Elsa Fornero e Corrado Passera (Sviluppo Economico e Infrastrutture), non il premier Mario Monti.
Crisi e liberazlizzazioni
Se la riforma del lavoro è il tema centrale, nell’agenda 2012 del governo, tutta concentrata sull’economia, ci sono anche i tanti dossier sulle crisi aziendali che si accumulano sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico, così come c’è il delicato capitolo sulle liberalizzazioni che ha già provocato accesi dibattiti, proteste e ripensamenti in sede di approvazione del decreto “salva Italia”.
Europa
Infine, l’Europa: come detto, si tratta di arrivare a un accordo, quale che sia la forma che questo prenderà, che non preveda vincoli troppo rigido sulla riduzione del debito.
L’Italia, così come gli altri partner europei, ha scritto una lettera a Bruxelles a fine dicembre con le proprie proposte. Roma punta sul cosiddetto Six Pack, che prevede la riduzione del debito, sanziona gli sforamenti, ma prevede anche una certa flessibilità che tiene conto della crisi economica.
E poi, anche in sede europea, l’Italia punta sulle misure per la crescita. Per esempio, spiega Enzo Moavero, ministro degli Affari Europei, «sul modo di far funzionare il mercato interno europeo e di garantire a tutti le opportunità che offre». Anche questo, un punto importante per il mondo delle imprese. Nelle prossime settimane Monti incontrerà diversi partner europei (il presidente francese Sarkozy, il britannico Cameron) e poi il 23 è in programma l’Eurogruppo mentre il 30 c’è un nuovo summit europeo.