Nel complesso iter che porta alla nascita di un’impresa, dopo aver analizzato la relazione fra imprenditore e idea di business e aver illustrato le possibili forme giuridiche con cui affacciarsi sul mercato, soffermiamoci sui passaggi successivi.
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Il Business Plan
Il piano d’impresa – verifica materiale della fattibilità del progetto nel contesto di mercato prescelto – è fondamentale per prevedere la sostenibilità di un’idea di business e comprendere le potenzialità, i possibili costi e i potenziali ricavi.
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Il Business Plan ha due compiti fondamentali: per prima cosa, comprovare la suddetta fattibilità economico-finanziaria della propria idea. E in secondo luogo fornire un’utile guida in fase di start-up, in quanto “contenitore” di ipotetiche entrate e uscite, costi e ricavi.
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In pratica, è una sorta di carta d’identità dell’azienda da esibire a istituti di credito o singoli investitori cui ci si potrà rivolgere – con credenziali oggettive – per ottenere un sostegno di natura finanziaria.
Tra gli elementi costituivi di un corretto Business Plan, oltre agli elementi prettamente descrittivi (come la presentazione del progetto o la descrizione dell’imprenditore) troviamo anche quelli più tecnici e “aziendalistici”: piani di fattibilità economici, informazioni sulla fattibilità del progetto, previsioni temporali per il suo sviluppo, ecc.
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Per quanto riguarda la composizione, invece, va detto che tale documento si articola in genere in tre parti.
I° Parte: contiene la presentazione dell’idea da sviluppare. Si comincia col mettere in risalto il progetto, descritto attraverso l’inserimento di alcuni cenni in merito alle sue origini, per poi passare alle sue caratteristiche innovative rispetto allo scenario di mercato.
La parte descrittiva deve poi puntare sulla figura dell’imprenditore: credenziali, capacità professionali e doti tecniche e organizzative, elementi indispensabili che vanno messi in risalto, accostandoli direttamente alla sua idea.
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II° Parte: vede entrare nel vivo l’analisi del progetto, dettagliatamente descritto in tutte le sue parti specificando innanzitutto quale tipo di prodotto/servizio si vorrà produrre/erogare.
Seguono l’indicazione della fascia di mercato che si intende coprire e con quali modalità, passando per le scelte economiche e di marketing con cui “arrivare” alla clientela (struttura organizzativa, tecnologie, processo produttivo, risorse umane impiegate).
III° Parte: riporta il corpo centrale del Business Plan, dove idee e buoni propositi divengono cifre, divise in entrate e uscite, costi e ricavi.
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Per prima cosa occorre ipotizzare la propria crescita sulla base di tre esercizi (tre anni di vita dell’azienda), in maniera tale da metterne in risalto il miglioramento nel corso del tempo. Successivamente, è opportuno compilare un piano degli investimenti stimati e lo stato patrimoniale previsionale per i tre esercizi presi in considerazione: presi insieme formano il Bilancio di previsione.
eCommerce
Una volta avviata l’attività, per farla crescere è importante non trascurare gli strumenti in grado di offrile “una marcia in più”, primo fra tutti Internet.
Ogni azienda può oggi contare su un dominio proprio o anche un portale online, dove mostrare e descrivere l’attività svolta e i prodotti/servizi offerti. In questo secondo caso, è opportuno valutare l’opportunità di investire in una piattaforma di eCommerce scommettendo sulle potenzialità del commercio elettronico, laddove nel business plan si sia valutata la sua fattibilità in relazione allo specifico progetto d’impresa avviato.
=> Leggi i consigli per l’e-Commerce delle PMI
Il passaggio da semplice sito “di rappresentanza” a piattaforma per transazioni online comporta una serie di accortezze da parte dell’azienda- Tralasciando le questioni tecniche, una buona sponsorizzazione è necessaria per far decollare il servizio.
Allo stesso tempo, si dovrà prevedere la presenza di un efficiente apparato, dietro le quinte, capace di erogare online tutti i servizi pre e post vendita che tradizionalmente accompagnano l’attività commerciale.
La promozione si costruisce intorno a target mirati, e passa per una serie di iniziative ad hoc l’invio di comunicati stampa e DEM, ma può servire anche appoggiarsi alle soluzioni di web advertising più tradizionali, come motori di ricerca, banner pubblicitari e link su siti “amici”.
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Per prima cosa, però, è utile – attraverso l’aiuto di aziende specializzate che gestiscano il servizio – mettere a disposizione degli utenti che lo desiderano, l’iscrizione ad una mailing list, attraverso la quale informare su prodotti e servizi offerti, acquistabili direttamente online.
Ma entriamo nel vivo: per prima cosa è indispensabile inserire un catalogo completo dei prodotti in vendita, al quale vanno tuttavia affiancati una serie di funzioni multimediali indispensabili, che aiutino a dialogare con il visitatore e soddisfare le esigenze specifiche di un potenziale cliente o di un collaboratore.
Contact center: è fondamentale essere sempre rintracciabili via Web, a che tra mite un semplice servizio email, e soprattutto mostrarsi tempestivi nei tempi di risposta e nella completezza delle informazioni fornite: è il modo migliore per guadagnarsi la fiducia del cliente dubbioso.
Trattamento dei dati: si tratta di un passaggio strategico, sia per la valenza che riveste per il cliente sia per lòe severe norme cui è necessario conformarsi.
Modalità di pagamento: solitamente la soluzione più comune è la moneta virtuale (carta di credito) regolata tramite il protocollo Ssl. Va considerata, comunque, l’eventualità di un pagamento offline.
Consegna del prodotto: è necessario indicare un limite geografico di distribuzione del prodotto, soprattutto se è l’azienda stessa ad occuparsi direttamente della consegna.
Qualora sia possibile affidarsi a una società specializzata nelle consegne, i limiti potranno essere quantomeno allargati, ma il “ciclo d’acquisto” va concluso tutto tramite il portale, senza rinvii e altre trattative.