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Imprenditoria self-made e autoformazione

di Fabrizio Scatena

4 Maggio 2009 09:00

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Il ruolo strategico dell'autoformazione per un'imprenditore self-made. Esperienze sul campo nel settore IT: intervista a Fabrizio Parenti, fondatore di OA Service

Nell’attuale società della conoscenza la figura dell’imprenditore digitale rappresenta una risorsa indispensabile per lo sviluppo delle attività produttive del tessuto socio-economico, sulle cui trame i bit circolano come risorse in grado di produrre valore.

In una società post-moderna come la nostra il valore delle imprese, e delle persone che le guidano, dipende sempre di più dalle nuove tecnologie. Ma non bisogna dimenticare l’importanza che i singoli individui – manager, creativi e imprenditori – assumono nel generare valore e profitti, grazie a ingegno e specifiche competenze.

Fra le varie tipologie di knowledge workers spicca quella dell’imprenditore self-made.
A una prima impressione, si caratterizza per spirito di intraprendenza, attitudine alla libera iniziativa individuale e competenze professionali maturate sul campo. Un modello quantomai attuale, da cui è possibile trarre ispirazione per realizzare progetti o creare imprese innovative, soprattutto nei mercati ICT e New Media.

Abbiamo approfondito l’argomento con Fabrizio Parenti, fondatore e amministratore unico dell’azienda informatica OA Service Srl. Vero e proprio self-made man italiano, nonostante la giovane età ha già maturato una significativa esperienza nel campo ICT.

1. Come nasce la tua scelta di diventare imprenditore nel campo dell’informatica?

Come si suol dire… è passato un treno e l’ho preso al volo. Ho iniziato per passione e per gioco: la tecnologia è sempre stata fonte di grande interesse per me, e il pensiero di poter trasformare un hobby in lavoro era un obiettivo stimolante. E poter addirittura trasformare un lavoro in una piccola impresa…ancor di più.

2. Quali vantaggi e svantaggi si presentano nel gestire un’azienda in piena autonomia senza una formazione specifica?

I vantaggi sono pochi in fase di start-up: ci sono problemi che sembrano insormontabili, lo stress sale alle stelle e solo quando riesci a sistemare tutto, allora sei fiero di te. Di fatto, il vantaggio principale di un’attività imprenditoriale autonoma è il “campo scuola”: imparare sulla propria pelle, assumersi dei rischi e prendere decisioni.

D’altra parte, oggi non credo sia efficace avviare un’attività senza le basi culturali offerte da percorsi formativi per manager.
Senza una formazione teorica spesso sono in forte difficoltà: se avessi approfondito gli studi in quella direzione oggi avrei degli strumenti in più per riconoscere le strade più giuste da seguire.

3. Quanto tempo dedichi alla formazione e all’aggiornamento professionale?

Oggi sono consapevole di quanto sia necessaria una formazione specifica: quando mi trovo dinanzi a un problema particolare mi informo, chiedo consigli a più esperti, leggo, elaboro. E solo a quel punto prendo una decisione. Sono abituato a lavorare per obiettivi: ogni volta lo scompongo e lo ricompongo, lo studio come si fa nelle scienze naturali.

4. Il Web e le nuove tecnologie digitali facilitano il tuo lavoro? Quali in particolare?

Tutta l’Informatica è assolutamente necessaria per semplificare il nostro lavoro di manager e imprenditori. Dai software gestionali realizzati ad hoc per le proprie esigenze ai terminali mobili di ultima generazione per essere sempre online, si può ottenere un risparmio fino al 40% del lavoro di qualsiasi impresa.

5. L’attuale legislazione italiana in materia di imprenditoria e libera professione incoraggia le scelte di carriere autonome?

Assolutamente no. Lo Stato italiano chiede solo soldi in anticipo.
Pensare a diventare imprenditore dovrebeb suscitare entusiasmo e creatività invece per noi è come immaginare di trovarsi in pieno deserto senza acqua: se nonostante questo ti senti stimolato, allora procedi. Altrimenti meglio fermarsi.

6. Quale consiglio daresti a un giovane imprenditore self-made?

A rischio di sembrare banale, dico: credere in quel che si fa, tendere sempre al meglio, mai fermarsi e cercare di offrire al cliente quel che realmente chiede, organizzandosi per renderlo sempre più soddisfatto.

Il coraggio di credere nei propri sogni e nelle proprie idee, uniti ad una solida competenza professionale sviluppata sul campo e rafforzata dall’autoformazione, rappresentano in estrema analisi gli elementi di base per investire nei propri progetti d’impresa e di vita.