LinkedIn è il servizio di social networking online orientato alla costruzione della rete professionale. Nella sua edizione (espressione dell’universo del cosiddetto Web 2.0), con un’ottica fortemente orientata al business e al reperimento di nuove opportunità di lavoro, LinkedIn si è basato sul concetto dei 6 gradi di separazione, per cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra attraverso una catena di passaggi (cioè una relazione di conoscenza diretta) con non più di 5 intermediari.
Sono milioni gli utenti registrati e il numero cresce ad un ritmo di centinaia di migliaia a settimana. Il servizio copre circa 150 settori economici e oltre 400 “regioni economiche”. La diffusione di LinkedIn è capillare negli Stati Uniti con un forte tasso di penetrazione all’interno del mercato del lavoro (ad ottobre 2007, negli USA erano registrati poco meno di 5 milioni di utenti, con un incremento, rispetto all’anno prima, del 189% – dati Nielsen online). A riprova di ciò, basta notare che negli Stati Uniti, il social network è entrato anche nella campagna per le elezioni presidenziali, usato da un candidato per avvicinare i professionisti e guadagnarsi il loro appoggio ( “Obama Uses LinkedIn To Plug Into Entrepreneurs” – Investor’s Business Daily, 12 September 2007).
In Europa e in particolare in Italia il servizio sta crescendo molto rapidamente.
Come funziona
Il funzionamento è piuttosto semplice. Con l’iscrizione e la creazione del proprio account (con i dati relativi alla formazione e alle esperienze lavorative) si entra nella rete sociale di professionisti che deve essere costruita a partire dai propri contatti. Il sistema di ricerca prende in considerazione colleghi dei vari corsi di studi o di lavoro, oppure permette la ricerca di persone (utenti LinkedIn o meno) tramite maschera di ricerca.
Quello che cerca di sfruttare LinkedIn è la forza dei legame deboli, ossia la possibilità di entrare in contatto con informazioni ed esperienze di persone che non fanno parte dell’abituale cerchia di amicizie. Le reti sociali sono sempre esistite e le relazioni instaurate da un individuo sono molto importanti anche per la ricerca di un lavoro, ma spesso queste restano “bloccate” a livello “geografico” o di esperienze di studio o di lavoro.
In LinkedIn le relazioni vengono esplicitate su due livelli: il mio contatto diretto e la sua rete di contatti. In questo modo la rete personale cresce molto rapidamente. Oltre questi livelli, i legami diventano troppo labili e quindi non vengono presi in considerazione. LinkedIn fa parte dell’universo dei servizi del web 2.0 il cui valore, in questo caso, non è dato dai contenuti (vedi i cv professionali degli iscritti), ma dalle relazioni che gli utenti riportano e sviluppano.
Il social networking – vantaggi
Quali sono le motivazioni che spingono le imprese ad usare LinkedIn? Una prima risposta è quella della ricerca di personale. Il servizio offerto fa di LinkedIn una immensa banca dati con curriculum professionali. Le aziende e i selezionatori del personale hanno la possibilità di ricercare tra questi profili riducendo i tempi e migliorando l’efficienza nella selezione delle figure professionali. In questo senso, si sta sviluppando una piccola rivoluzione, in quanto i cacciatori di talenti e i responsabili delle risorse umane cercano di sfruttare le potenzialità dei network professionali per trovare le persone giuste e avere un colloquio con loro. Una strategia utilizzata soprattutto nella realtà anglosassone, e in particolare negli Stati Uniti dove aziende del calibro di Microsoft, Ebay o Netflix hanno dichiarato di aver sfruttato LinkedIn per cercare candidati.
La presenza dei più diversi profili professionali e di aree geografiche è un altro punto di forza che ne fa un grande club dove la propria visibilità si basa sulla propria esperienza e sugli endorsement, il “sostegno” che datori di lavoro, colleghi, clienti e maestri attribuiscono alla tua persona. Può essere, dunque, utilizzato anche come strumento di marketing, con il rischio però di creare una comunità eterogenea o cadere nella trappola dello spamming.
Un servizio che risulta, inoltre, essere interessante è la sezione domande e risposte (“Answers”), un sistema per richiedere consigli, chiarimenti, risposte alle questioni o problemi che un utente pone alla “comunità” (la propria rete di contatti). Chi fornisce risposte utili guadagna in visibilità e in autorevolezza, mentre gli altri hanno un ritorno dalla condivisione dei vari saperi.
Un confronto con altri servizi simili: Neurona
Oltre a LinkedIn, vi sono molti altri servizi di Social Network per lo sviluppo di reti professionali. Uno di questi è Neurona la comunità virtuale nata nel 2003 e acquisita recentemente da Xing (prima denominata openBC/Open Business Club, altra grande piattaforma di rete professionale).
Lo scopo è lo stesso: creare una rete di contatti personali e professionali finalizzati a ottenere nuove opportunità di lavoro, entrare in contatto con professionisti, cercare soci e collaboratori, ampliare il proprio portafoglio di clienti e fornitori, ecc..
Una caratteristica di Neurona è la possibilità di iscriversi a comunità professionali/tematiche (es. marketing e comunicazione, economia e impresa, educazione e formazione ecc..), costruite come forum pubblici dove gli utenti che ne fanno parte possono inserire questioni e ricevere consigli o chiarimenti. Una funzione molto utile e analoga, con le differenze del caso, alla sezione “Answers” di LinkedIn.
Cosa dicono i numeri? Le statistiche sono nettamente a favore della piattaforma americana: oltre 16 milioni di utenti, contro il milione di presenze in Neurona (circa 4 milioni sono gli utenti totali di Xing, mentre Viadeo conta invece 1.800.000 professionisti). Anche la analisi statistiche di Google trends mostrano la forte differenze di popolarità dei due servizi. Il volume delle ricerche di LinkedIn nel noto motore di ricerca è nettamente superiore a quello di Neurona, sia a livello globale, sia considerando le ricerche in Italia. Stessa cosa cercando i termini delle diverse piattaforme in Technorati (il motore di ricerca dedicato al mondo dei blog).
Prendendo in considerazione sempre i blog e i commenti della blogsfera, sembrerebbe che la piattaforma di social networking Neurona sia considerata più vicina agli utenti italiani. Oltre alla barriera della lingua – Neurona è una piattaforma spagnola con un’interfaccia anche in italiano che ne facilita enormemente l’utilizzo abbattendo molto la barriera di ingresso – LinkedIn sembra essere più ritagliato per il mercato americano e per i professionisti dell’industria delle tecnologie dell’informazione (gli utenti sono per la maggioranza IT related), mentre Neurona sembra più user friendly per gli utenti italiani, con un approccio iniziale più facile e veloce rispetto a quello di LinkedIn.
Conclusioni
La rete di LinkedIn sta crescendo sempre di più in tutte le regioni del mondo, trasformandosi in un vero e proprio biglietto da visita telematico. Secondo alcuni, LinkedIn ha raggiunto una dimensione tale (nella realtà anglosassone forse è vero) che è quasi poco professionale non essere parte di questa rete: tutte le prime 500 imprese di Fortune hanno utenti registrati; ormai sono 150 i settori industriali rappresentati e sono presenti più di 130,000 recruiters. Le grandi imprese possono quindi ricercare i manager direttamente da qui, evitando di ricorrere ai “cacciatori di teste”.
Nonostante le nuove prospettive per la selezione del personale (l’area Jobs & Hiring può essere un punto di riferimento per la ricerca e l’offerta di lavoro nel campo delle tecnologie dell’informazione), molti fanno notare il basso impatto che può avere nella realtà italiana, per la questione dei numeri e per le peculiarità del mondo del lavoro italiano. Altri sottolineano che, nonostante il web e il potenziale di amplificazione offerto dalla rete, LinkedIn rispecchia solamente le relazioni del mondo reale (in sostanza le duplica) e non le accresce. Anzi, un suo uso sbagliato (come cercare di avere un altissimo numero di contatti chiedendo l’autorizzazione a tutti) risulta controproducente, arrivando a costruire una rete con un grande numero di connessioni la cui stragrande maggioranza sono però troppo distanti.