Contratto e Assegno di ricollocazione (voucher di disoccupazione) per chi è senza lavoro: è una delle novità del Jobs Act, rafforzata dal decreto attuativo in materia di servizi e politiche attive (Riforma del Lavoro) approvato in Consiglio dei Ministri (11 giugno 2015). Di ricollocamento si è occupato in primis il dlgs 22/2015, sempre in attuazione del Jobs Act e relativo alla Riforma degli Ammortizzatori Sociali, mentre il nuovo decreto delinea la platea dei beneficiari delle prestazioni di sostegno al reddito e delle politiche di ricollocamento nel mercato del lavoro.
Assegno
Hanno diritto all’assegno di ricollocazione i disoccupati da almeno sei mesi. La somma varia in base al profilo di occupabilità stabilito dal centro per l’impiego e non rappresenta reddito imponibile. E’ previsto che i titolari di strumenti di sostegno del reddito possano essere chiamati a svolgere attività di servizio nei confronti della collettività nel proprio Comune, senza che questo impedisca l’instaurazione di un rapporto di lavoro.
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Definizione
Il nuovo decreto definisce lo stato di lavoratore disoccupato anche parziale e di lavoratore a rischio di disoccupazione. Gli appartenenti a queste categorie verranno assegnati ad una classe di profilazione per valutarne il livello di occupabilità e saranno convocati dai Centri per l’impiego per la stipula di un patto di servizio personalizzato (il richiedente deve partecipare a iniziative di carattere formativo, di riqualificazione o di politica attiva e accettare congrue offerte di lavoro) necessario ai fini del diritto all’ASDI, il trattamento di disoccupazione successivo alla NASpI per determinate categorie di lavoratori introdotto dal Jobs Act. Saranno chiamati a firmarlo coloro che hanno presentato domanda di ASpI, NASpI, o DIS-COLL e che non hanno ancora trovato occupazione.
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Il contratto di ricollocamento prevede l’assegnazione al disoccupato di una dote, proporzionata al suo profilo, spendibile nella ricerca di una nuova occupazione, incassata dall’Agenzia per il lavoro.
Politiche attive
La legge riforma il sistema di politiche attive del lavoro, affidandone la competenza alla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), che gestirà anche l’Albo nazionale dei soggetti accreditati a svolgere funzioni in materia, il Sistema informativo delle politiche del lavoro e il fascicolo elettronico del lavoratore. Obiettivo: potenziare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e semplificare gli adempimenti.