La ripresa in commissione Lavoro al Senato della discussione sul Jobs Act porta una serie di novità al testo del ddl di delega sul lavoro presentato dal Governo: spazio a ferie solidali fra colleghi, contratti di solidarietà, riforma dei servizi per l’impiego con un meccanismo premiale fra le agenzie, contratto di ricollocamento per i disoccupati. Tuttavia, la parte fondamentale del Jobs Act – l’introduzione del contratto unico a tutele crescenti, che di fatto rappresenterà la riforma dello Statuto dei Lavoratori, Articolo 18 compreso – non è ancora stata affrontata. Il dibattito dovrebbe iniziare la prossima settimana e si prevede sarà acceso, in considerazione dell’attenzione delle parti sociali (imprese e sindacati) e delle differenza di orientamento nella maggioranza.
Vediamo tutto, partendo dagli emendamenti approvati.
=> Jobs Act: cosa prevede il ddl delega sul lavoro
Contratti di solidarietà
La tendenza è quella di potenziarli, estendendoli a imprese che ora non vi accedono (le PMI) e rendendoli uno strumento oltre che difensivo (per far fronte a crisi aziendali) anche espansivo (aumentare l’occupazione): due emendamenti del Governo prevedono la possibilità di applicare il contratto di solidarietà anche alle PMI sotto i 15 dipendenti e utilizzarlo anche per ridurre l’orario dei lavoratori, utilizzando il monte ore che si crea per effettuare nuove assunzioni. La riforma degli ammortizzatori sociali, lo ricordiamo, già prevede che non si possa ricorrere alla cassa integrazione senza prima aver sperimentato forme di riduzione dell’orario di lavoro (articolo 1) per assicurare tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori in caso di disoccupazione involontaria (es.: ASPI proporzionale ai contributi versati e quindi più alta per i lavoratori più anziani, estensione ai collaboratori coordinati e continuativi…).
Ferie solidali e genitorialità
Misura innovativa, mutuata dalla Francia, prevede che i lavoratori dipendenti possano «compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali ed alle ferie annuali retribuite» cedere «tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale» ai colleghi «genitori di figlio minore che necessita di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute». L’emendamento è stato presentato dalla senatrice Emanuela Munerato (Lega Nord), approvato all’unanimità in commissione (articolo 5) in ambito conciliazione lavoro-famiglia con particolare attenzione al sostegno alla genitorialità e alla tutela della maternità. Su questi temi, si segnala anche un altro emendamento che mira a semplificare le regole per evitare il fenomeno delle dimissioni in bianco.
Servizi per l’impiego
Una serie di emendamenti rendono più efficienti i servizi per il lavoro, anche grazie all’impiego di strumenti informatici e banche dati che favoriscano l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Ad esempio, i servizi pubblici e privati per il collocamento (le agenzie per il lavoro) vengono messi in concorrenza fra loro con strumenti come il meccanismo premiale in base al risultato delle prestazioni (articolo 3) mentre altri emendamenti sono volti a stimolare le assunzioni di personale con disabilità.
Collocamento disoccupati
Sempre nell’ambito delle politiche attive, un emendamento prevede un contratto per il ricollocamento delle persone che restano disoccupate: il lavoratore si sceglie un’agenzia per il lavoro accreditata con la propria regione, con cui stipula un contratto di ricollocamento. L’Agenzia, collaborando con il centro per l’impiego, segue il lavoratore con iniziative mirate anche di riqualificazione, e viene remunerata attraverso un voucher che è legato ai risultati effettivamente ottenuti. L’emendamento è stato presentato dal sentaore Pietro Ichino (Scelta Civica), prende come riferimento un esperimento già avviato nel Lazio ed è modellato su analoghe esprienze in Olanda e Gran Bretagna.
La riforma dei contratti
Questa è la parte più qualificante della riforma del lavoro, destinata a cambiare lo Statuto dei Lavoratori e le norme sui licenziamenti contenute nell’Articolo 18. Ed è anche la parte su cui il dibattito vero e proprio in commissione deve ancora iniziare. Il ddl delega del governo prevede un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ma nella maggioranza non c’è accordo su come interpretarle: il Pd è favorevole a un contratto che non preveda l’obbligo di reintegro per i primi tre anni, le altre forze vorrebbero sostituirlo con indennità crescenti con l’anzianità aziendale. Altro punto importante dell’articolo 4 è l’introduzione di un salario minimo garantito per legge. Su questi punti, e in generale sul riordino delle forme contrattuali, il dibattito in commissione dovrebbe iniziare la prossima settimana.