Bonus 80 euro: la delusione delle imprese

di Barbara Weisz

Pubblicato 8 Agosto 2014
Aggiornato 17 Settembre 2014 07:56

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Italia in recessione: Renzi e Padoan giudicano prematuri i tempi per valutare l'impatto espansivo del bonus da 80 euro, Confcommercio condanna l'esclusione delle Partite IVA.

Botta e risposta a distanza fra il Governo e Confcommercio sull’efficacia del bonus da 80 euro in busta paga, difeso dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del premier Matteo Renzi. Il quale risponde alle critiche dell’associazione di PMI,  che non vede effetti positivi da una misura volta a far ripartire i consumi. Ospite a In Onda, Renzi ha difeso a spada tratta il taglio del cuneo fiscale: «per la prima volta anziché tornare dai cittadini e chiedere si va dai cittadini e si dà», mentre «i politici tagliano stipendi e poltrone». E assicura che con la Legge di Stabilità 2015 l’aumento diventerà strutturale.

La difesa

A «chi dice che non hanno inciso sul -0,3% di PIL», chiede «l’onestà intellettuale» di ammettere che si sta  parlando di una misura «che è arrivata nelle tasche degli Italiani fra il 27 maggio e fine giugno». E la doccia fredda del PIL per due trimestri di seguito in negativo, che tecnicamente significa recessione, si riferisce a fine giugno.

=> Italia in recessione, a rischio manovra anticipata

Per valutare gli effetti dell’aumento in busta paga bisogna attendere ancora, secondo Renzi. Sulla stessa linea il ministro Padoan che, rispondendo alla Camera dei Deputati a un’informativa urgente sulla spending review, ha ribadito:

«è quanto meno prematuro abbandonarsi a valutazioni sull’impatto della introduzione del bonus fiscale a soli tre mesi dalla effettiva ricezione da parte delle famiglie».

Le critiche

Sullo sfondo, l’insoddisfazione di Confcommercio. L’ufficio studi dell’associazione, nel comunicare le proprie stime sui consumi (+0,4%) a giugno rispetto allo stesso mese del 2013, ha espresso delusione per gli effetti del bonus: «troppo poco rispetto alle attese». Certo, i segnali sono positivi ma straordinariamente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia giunta a un incoraggiante punto di svolta». Il problema è che

«resta un quadro economico privo di una precisa direzione di marcia, situazione che dopo un lungo ed eccezionale periodo recessivo non può non preoccupare molto».

Rincara la dose il presidente Carlo Sangalli che, pur ammettendo che si tratta di «un passo nella giusta direzione», sottolinea che il circolo virtuoso rappresentato da «annuncio delle riforme, crescita della fiducia, bonus e maggiori consumi al momento non è partito».

Professionisti esclusi

Il presidente di Confcommercio insiste anche su un altro punto caro alle PMI, definendo un errore l’aver escluso dall’aumento il popolo delle Partite IVA. Su questo, dall’Esecutivo non arrivano risposte. Le rassicurazioni fornite da Renzi e Padoan riguardano solo il fatto che la prossima Legge di Stabilità renderà strutturale l’aumento, al quale nel 2015 saranno destinati fra i 10 e gli 11 miliardi, frutto dei tagli della spending review, che Renzi quantifica in circa 16 miliardi, considerati sufficienti anche per restare sotto il fatidico 3% di rapporto Deficit/PIL imposto dall’Europa.