Tempo di busta paga in molte aziende: da questo mese, dipendenti e collaboratori a progetto nel cedolino dello stipendio hanno trovato il bonus di 80 euro previsto dal Decreto IRPEF (taglio del cuneo fiscale). Intanto, il provvedimento (Dl 66/2014) è in commissione al Senato, dove si discute di un possibile allargamento della platea dei beneficiari dello sconto per non penalizzare le famiglie magari numerose e monoreddito ma con RAL che sfora i 26mila euro consentiti. Vediamo tutto.
=> Bonus IRPEF 80 euro: tutti i casi particolari
Il bonus di maggio
Le aziende hanno cominciato a pagare l’aumento in busta paga con lo stipendio di maggio (possibile lo slittamento a giugno per particolari esigenze organizzative). L’importo dello sconto fiscale è ben visibile: dovrebbe esserci una voce apposita tra le voci che compongono il salario: credito d’imposta o bonus o riferimento al Dl 66/2014. Per chi lavora l’intero anno e guadagna meno di 24mila euro:
- se l’azienda divide l’importo per il numero di mesi da maggio a dicembre, l’importo sarà esattamente di 80 euro;
- se l’azienda divide l’importo per il numero di giorni (maggio è di 31), il bonus sarà di 80,98 euro.
=> Come calcolare il bonus per redditi fino a 24mila euro
L’aumento spetterà in misura ridotta per chi ha uno stipendio tra 24 e 26mila. Le aziende che pagano a partire da giugno divideranno l’importo annuale (640 euro per chi lavora l’intero anno), per i sette mese da giugno a dicembre. L’indicazione dell’Agenzia è che la ripartizione avvenga distribuendo l’aumento equamente per tutte le mensilità.
E’ possibile che l’azienda accompagni la busta paga con una lettera, in cui chiede al dipendende che eventualmente abbia altri redditi che portano il reddito annuo sopra i 24mila euro a segnalarlo, in modo da evitare conguagli a fine anno.
Ampliamento della platea
Il bonus è previsto dall‘articolo 1 del Dl 66/2014, attualmente in fase di conversione. L’iter parlamentare è iniziato in Senato, dove il testo è all’esame della commissione Bilancio. Fra gli emendamenti che potrebbero passare c’è quello di Ncd, che prevede di erogare l’aumento ai redditi superiori a 26mila euro nel solo casi di famiglie monoreddito con almeno tre figli. Il costo di questa misura sarebbe intorno ai 40-50 miliardi.
Il decreto prevede già l’indicazione di rendere l’aumento strutturale dal 2015, con la prossima Legge di Stabilità: l’Esecutivo ha avanzato l’ipotesi di estenderlo a nuove categorie di reddito, ad esempio i pensionati. Ricordiamo infine che diverse associazioni di PMI chiedono lo sconto fiscale anche per i lavoratori autonomi e a Partita IVA.
Entro fine maggio il testo dovrebbe essere pronto per passare in seconda lettura alla Camera, per l’approvazione definitiva entro il 24 giugno.