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Precoci dal 2019 in pensione 5 mesi dopo

di Barbara Weisz

29 Gennaio 2018 14:08

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Precoci dal 2019 in pensione con 41 anni e cinque mesi, niente scatto per chi svolge mansioni gravose senza essere precoce e lavori usuranti: tutte le regole.

Lo scatto di cinque mesi che dal 2019 alzerà i requisiti anagrafici per andare in pensione a causa dell’adeguamento alle aspettative di vita riguarda anche i lavoratori precoci che utilizzano la quota 41, mentre sono esentati gli addetti a mansioni gravose (ma non precoci) e coloro che svolgono lavori usuranti.

Significa che i lavoratori che rientrano in una delle 15 categorie di precoci agevolati dovrà attendere cinque mesi in più il beneficio previdenziale, mentre se va normale pensione anticipata (senza l’agevolazione dei precoci) non deve aggiungere i cinque mesi. Lo prevede la Legge di Bilancio 2018 (comma 147 legge 205/2017). Vediamo come funziona.

=> Pensione precoci, scadenza domande 2018

Requisiti pensione 2019

La premessa è che, dal 2019, i requisiti per andare in pensione si alzano di 5 mesi. Nel dettaglio:

  • l’età per la pensione di vecchiaia sale per tutti a 67 anni,
  • il requisito per la pensione anticipata sarà pari a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.

Questo scatto, in base alla manovra 2018, non si applica agli addetti alle mansioni gravose previsti dall’allegato B della manovra e ai lavoratori addetti a mansioni usuranti previsti dall‘articolo 1, comma 1, lettere a, b, c, d, del decreto legislativo 67/2011, in presenza di almeno 30 anni di contributi.

=> Requisiti pensione dal 2019

I lavori gravosi previsti dall’allegato B sono: addetti alla concia di pelli e pellicce, addetti ai servizi di pulizia, addetti spostamento merci e/o facchini, conducenti di camion o mezzi pesanti in genere, conducenti treni e personale viaggiante in genere, guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni, infermieri o ostetriche che operano su turni, maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia, operai edili o manutentori di edifici, operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti, chi cura, per professione, persone non autosufficienti, lavoratori siderurgici, marittimi, pescatori, agricoltori.

Devono aver svolto queste mansioni per almeno sei anni negli ultimi sette oppure sette anni negli ultimi dieci. Quindi, questi lavoratori nel 2019 continueranno ad andare in pensione di vecchiaia a 66 anni e sette mesi, e in pensione anticipata a 42 anni e dieci mesi (uomini) o 41 anni e dieci mesi (donne).

Gravosi e precoci

Attenzione: per questi lavoratori è anche previsto l’accesso alla pensione anticipata precoci, in presenza degli altri requisiti richiesti per queste due agevolazioni previdenziali. In questo caso, però, dal 2019 i requisiti salgono di cinque mesi. Quindi, per andare in pensione anticipata precoci dal 2019 sarà necessario avere 41 anni e cinque mesi di contributi. Lo prevede esplicitamente il comma 149 della Legge di Bilancio 2018.

Quindi, nel 2019, il vantaggio rappresentato dalla pensione precoci per gli addetti a lavori gravosi sarà pari a cinque mesi per le donne,  un anno e cinque mesi per gli uomini.

Usuranti

I lavoratori usuranti, previsti dal dlgs 67/2011 sono: lavori in galleria, cava o miniera, lavori in cassoni ad aria compressa, palombari, lavori ad alte temperature (esempio: addetti alle fonderie), lavorazione del vetro cavo, lavori espletati in spazi ristretti (costruzione, riparazione e manutenzione navale), lavori di asportazione dell’amianto, lavoratori che fanno almeno 64 anni turni notturni in un anno, addetti alla catena di montaggio, conducenti di veicoli pesanti. Devono aver svolto le mansioni indicate per almeno sette anni negli ultimi dieci, o per metà della vita lavorativa, avere almeno 30 anni di contributi.

=> Lavoro gravoso e usurante a confronto

Questi lavoratori continueranno ad andare in pensione con le seguenti quote:

  • 97,6, con almeno 35 anni di contributi e 61 anni e 7 mesi di età: lavoratori dipendenti addetti a lavori usuranti oppure con almeno 78 turni notturni l’anno;
  • 98,6, con almeno 35 anni di contributi e 62 anni e sette mesi di età: lavoratori autonomi addetti a lavori usuranti oppure con almeno 78 turni notturni l’anno, lavoratori dipendenti con turni notturni e un numero di notti lavorate fra 72 e 77;
  • 99,6, con almeno 35 anni di contributi e 63 anni e sette mesi di età: lavoratori autonomi con un numero di turni notturni da 72 a 77, e lavoratori dipendenti con un numero di turni di notte fra 64 e 71:
  • 100,6, con almeno 35 anni di contributi e 64 anni e sette mesi di età: lavoratori autonomi con un numero di turni notturni annui fra 64 e 71.