La pioggia di emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 presentati in commissione Bilancio al Senato non risparmia la riforma delle pensioni: estensione APe Social e pensione precoci, accompagnamento alla pensione per lavoratori vicini all’età pensionabile, nona salvaguardia Esodati e proroga Opzione Donna.
=> Riforma Pensioni: il negoziato governo sindacati
La premessa è che per ora si tratta di emendamenti presentati, i lavori per l’approvazione (cioè le votazioni), inizieranno a breve ma non si esclude uno slittamento di qualche giorno per l’arrivo della manovra in aula, al momento calendarizzato per il 21 novembre. Il motivo è l’accavallamento con l’iter di approvazione del decreto fiscale, approdato in aula mercoledì 15 novembre.
Esodati
Sono diverse le proposte per la nona salvaguardia Esodati, che riaprirebbe i termini per i lavoratori esclusi dalle precedenti misure di tutela, destinate a coloro che sono rimasti senza stipendio e senza pensione in seguito alla riforma di fine 2011. Ci sono emendamenti specifici che coinvolgerebbero plateee limitate, rispettivamente, di 14.400 e 6mila lavoratori. Ma c’è anche la proposta di consentire il cumulo dei contributi per agganciare la salvaguardia esodati.
=> Esodati, nona Salvaguardia alla Camera
Opzione Donna
Per quanto riguarda l’Opzione Donna, gli emendamenti presentati chiedono di prevedere la pensione anticipata per le lavoratrici che compiono i 57 o 58 anni (a seconda che siano dipendenti o autonome) entro il 31 dicembre 2018 (l’attuale legge invece fissa il termine al 2015).
=>Opzione Donna 2018, petizione online
APe Social
Sono molte le proposte che riguardano l’APe social, a partire dall’allungamento della sperimentazione fino al 31 dicembre 2019, analogamente a quanto già previsto (sempre dalla Legge di Bilancio) per l’Ape volontaria. Segnaliamo che questo tema è al centro del negoziato Governo sindacati, che vedrà un appuntamento decisivo sabato 18 novembre, ed è fra i punti sui quali sembra ci sia accordo con l’esecutivo.
=> Riforma Pensioni: le misure approvate
C’è però un dubbio, relativo al fatto che le risorse sono quelle che avanzano dal 2017: le domande presentate all’INPS entro il termine dello scorso 15 luglio, pur con il riesame in base ai criteri più flessibili concordati con il ministero, non esauriscono le risorse. Però la prima conseguenza è che l’istituto di previdenza riesaminerà anche le richieste arrivate successivamente al 15 luglio, ma entro il prossimo 30 novembre. Esiste quindi la possibilità che alla fine le risorse 2017 non riescano a sovvenzionare una proroga di un intero anno, al 31 dicembre 2019.
=> APe sociale e precoci, domande fino al 30 novembre
Fra le altre proposte relative all’APe, ce ne sono diverse che chiedono di inserire nella platea i lavoratori con invalidità al 60% (attualmente l’asticella è al 74%). C’è anche una richiesta per abbassare a 20 anni il requisito contributivo di coloro che hanno un’invalidità al 100%.
C’è anche un’ipotesi di requisito contributivo ridotto per i caregiver, con un meccanismo simile a quello che la Legge di Bilancio 2018 introduce per le donne con figli. Un anno in meno di contributi ogni cinque anni di attività di cura, fino a uno sconto massimo di cinque anni (che porterebbe quindi il requisito contributivo a 25 anni, rispetto agli attuali 30). C’è anche l’estensione dell’Ape sociale ai caregiver per conviventi di fatto e parenti e affidi entro il secondo grado (attualmente la legge riguarda coniugi, anche in unione civile, e parenti di primo grado).
Per quanto riguarda i disoccupati, ci sono gli emendamenti per estendere l’APe sociale anche a coloro che perdono il lavoro per scadenza del contratto a termine, e a chi dopo l’interruzione del rapporto di lavoro non accede agli ammortizzatori sociali. Sottolineiamo che la prima di queste due ipotesi è fra quelle su cui si registra l’accordo al tavolo negoziale Governo sindacati, mentre sembra più in salita l’ipotesi dell’estensione a chi non ha diritto agli ammortizzatori sociali.
=> Legge di Bilancio 2018: lavoro, imprese, pensioni
Infine, segnaliamo diverse proposte di flessibilità in uscita per coloro che sono vicini alla pensione (part-time o dimissioni concordate con pagamento dei contributi pieni), e per coloro che esercitano il cumulo dei contributi (stop agli adeguamenti alle aspettative di vita).