La ripresa del PIL in Italia si riflette sul mercato del lavoro: occupazione in crescita, inoccupati e inattivi in flessione, soprattutto fra le donne. Sono i dati ISTAT relativi al secondo trimestre 2017. A fronte di una crescita del prodotto interno lordo pari allo 0,4% congiunturale e dell’1,5% su base annua, l’occupazione è aumentata nel periodo fra aprile e giugno dello 0,3%, che corrispondono a 78mila nuovi posti di lavoro rispetto al trimestre precedente.
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Rispetto al primo trimestre, è aumentato soprattutto il numero dei dipendenti (+ 149mila unità, che significa in termini percentuali +0,9%), che però sono nella stragrande maggioranza dei casi (8 su 10) assunti con contratti a termine (+123 mila, +4,8%). Scende, invece, il numero di lavoratori autonomi, -1,3%, e sale il tasso di occupazione, +0,2 punti.
Per quanto riguarda il confronto tendenziale, quindi rispetto al secondo trimestre 2016, il numero degli occupati cresce dello 0,7%, anche qui con una netta preponderanza del lavoro dipendente (+2,1%), mentre è sensibile il calo degli indipendenti, -3,6%. L’aumento del lavoro dipendente è attribuibile per due terzi ai contratti a termine, in crescita gli occupati a tempo pieno, mentre nel part-time aumemta soprattutto la componente volontaria.
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Il tasso di disoccupazione registra una flessione dello 0,4% congiunturale e di 0,6 punti tendenziali, con maggiore intensità per quello giovanile. Come detto, diminuisce anche il numero dei lavoratori inattivi, -0,1%, che riguarda soprattutto le donne, il lavoro nel Mezzogiorno, la fascia di età fra i 35 e i 49 anni.
L’aumento dell’occupazione non favorisce particolarmente la mobilità interna del mercato del lavoro: i passaggi dai contratti a termine al tempo indeterminato sono al 16,5%, dal precedente 24,3%, così come calano le transizioni dalla disoccupazione all’occupazione (-3,1 punti), con un incremento (+0,9 punti) limitato al passaggio dalla disoccupazione al tempo determinato.
Per quanto riguarda in particolare le imprese, aumentano dell’1,1% le posizioni lavorative dipendenti, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. Le ore lavorate per dipendente crescono dello 0,2% congiunturale ma diminuiscono su base annua (-0,7%). Il tasso dei posti vacanti aumenta di 0,1 punti percentuali sul trimestre precedente, si registra una diminuzione dello 0,1% delle retribuzioni e dello 0,5% degli oneri sociali e, quale loro sintesi, un calo dello 0,2% del costo del lavoro.
Registriamo la soddisfazione espressa dalla Coldiretti per il dato relativo all’aumento delle ore lavoratore nell’agricoltura, +3,7%, notevolmente più alto di quello relativo all’industria, +2,4%, e ai servizi, +1,2%. L’associazione imprenditoriale coglie l’occasione per lamentare:
«le difficoltà determinate in agricoltura dall’abrogazione dei voucher per gli inammissibili ritardi burocratici nello sviluppo della procedura informatica dell’Inps che di fatto impediscono alle imprese agricole l’accesso agli strumenti che hanno sostituito il sistema dei buoni lavoro, dalla vendemmia alle diverse campagne di raccolta», con il rischio di «perdere opportunità occupazionali e di compromettere l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 a oggi».