In attesa di conoscere le misure sul tema pensioni che il Governo Conte inserirà nella Legge di Bilancio 2019, ricordiamo che il programma Lega – Cinquestelle includeva tra i suoi cavalli di battaglia anche la proroga dell’Opzione Donna.
Al momento, tuttavia, i riflettori sembrano puntati sulla Quota 100, la cui applicazione “senza paletti” avrebbe un costo così importante che potrebbe assorbire tutte le potenziali coperture disponibili in ambito previdenziale.
In attesa di conoscere il destino della misura, dunque, ricordiamo come funziona ad oggi questa formula di pensione anticipata (con penalità) e chi sono le lavoratrici ammesse: ad oggi, infatti, dal punto di vista del requisito anagrafico il limite temporale si estende soltanto fino a quelle nate nell’ultimo trimestre degli anni 1957 o 1958. Mentre un potenziale “rinnovo” consisterebbe in un’estensione dei termini così da includere una platea di contribuenti più ampia.
Requisiti Opzione Donna 2018
L’Opzione Donna, come è noto, è una forma di pensione anticipata per le sole lavoratrici, che consente di ritirarsi con 35 anni di contributi e un requisito di età che per le dipendenti è pari a 57 anni e sale a 58 anni per le autonome, accettando però un calcolo interamente contributivo della pensione.
La novità 2017 rispetto alla precedente normativa, che in virtù dell’applicazione delle aspettative di vita lasciava fuori le lavoratrici nate negli ultimi mesi dell’anno, è contenuta nel comma 222 della vecchia Legge di Bilancio, che ha esteso l’Opzione Donna (introdotta con l’articolo 1, comma 9, legge 243/2004):
«alle lavoratrici che non hanno maturato entro il 31 dicembre 2015 i requisiti previsti per effetto degli incrementi della speranza di vita».
Attenzione: per accedere all’Opzione Donna, bisogna calcolare anche l’aspettativa di vita (lo prevede espressamente il successivo comma 223 della manovra).
=> Opzione Donna senza cumulo contributi
Però, non è necessario (come in origine) che la maturazione del requisito sia avvenuta entro il dicembre 2015. Le lavoratrici che erano rimaste fuori dall’Opzione Donna per effetto di questo limitazione, dunque, possono invece accedere alla prestazione.
Ricordiamo che per la decorrenza della pensione la lavoratrice dovrà aspettare i termini previsti dalla finestra mobile (che pure si applica), pari a 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Rinnovo Opzione Donna 2019
Per il 2019, dunque, era stata proposta una nuova estensione dell’opzione in più vasto quadro di Riforma Pensioni, che vede protagoniste anche le due formule quota 100 e pensione anticipata con 41 anni di contributi.
Tutto dipende dalle risorse ovviamente. Si tratta infatti di misure costose. Per come minimo porteranno alla abolizione dell’APe Sociale.
Le esternazioni dei due vice-premier Salvini e Di Maio sembrano puntare su una riproposizione dei principali cavalli di battaglia elettorale, ossia Flat Tax e Quota 100, ecco perché da qualche tempo non si sente più parlare di Opzione Donna.
Ciò non esclude, tuttavia, che una volta fatti i conti si preferisca optare per soluzioni di flessibilità in uscita meno costose come l’Opzione Donna – tra l’altro fortemente richiesta – e trovare dei compromessi “economici” per la formulazione della nuova Quota 100 come strumento di pensione anticipata.