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Riforma Pensioni: APE e bonus precoci

di Barbara Weisz

Pubblicato 26 Settembre 2016
Aggiornato 8 Febbraio 2017 11:33

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Spostato al 28 settembre il vertice decisivo sulla Riforma Pensioni: nuove ipotesi di APE per lavori usuranti e precoci,sullo sfondo il nodo esodati.

Pensione anticipata per i precoci e allargamento platea per l’APE a costo zero: sono i due nodi da risolvere nel vertice del 28 settembre tra Governo Sindacati sulla Riforma Pensioni. L’incontro è stato slittato due volte: la prima per approfondire i temi oggetto di dibattito, la seconda per lasciare spazio al DEF (il 27 settembre è in programma il consiglio dei ministri per l’esame della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza).

Vediamo come si sviluppa il negoziato in questa fase cruciale e quali sono le linee fondamentali della Riforma Pensioni inserita nella Legge di Stabilità 2017 (Legge di Bilancio).

=> Riforma Pensioni: accordo il 27 settembre

APE

Anticipo pensionistico 63 anni (3 anni e 7 mesi sull’età pensionabile), trattamento restituito con rate ventennali sulla pensione, finanziato dal settore privato (banche).  Per disoccupati di lunga durata e lavoratori con situazioni familiari svantaggiate, l’APE è a carico dello Stato: i sindacati chiedono di allargare il più possibile la platea degli aventi diritto, includendo particolari categorie di lavoratori. Ipotesi allo studio:

  • APE a costo zero per operai edili, macchinisti e personale marittimo imbarcato,
  • Agevolazione anche per lavori usuranti (infermieri in sala operatoria, insegnanti scuole per l’infanzia ed elementari).

Per quanto concerne i requisiti di reddito:

  • APE a costo zero per pensioni fino a 1.550 euro lordi,
  • asticella alzata fino a 1.650 euro per lavori particolarmente faticosi.

=> Riforma pensioni: verso l’accordo

Precoci

Per quanto riguarda i lavoratori precoci, si studia la possibilità di consentire la pensione anticipata a chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni. Il nodo da sciogliere resta quello delle coperture, come ha sottolineato nelle scorse settimane il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Le ipotesi: bonus contributivo di tre – quattro mesi per ogni anno di lavoro prima dei 18 anni, pensione anticipata con 41 anni di contributi (ipotesi di alzare l’asticella fino a 41 anni e dieci mesi), pensione anticipata solo per coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni.

=> Lavoratori precoci fuori dalla Riforma

Non si esclude un’armonizzazione fra APE e bonus precoci, che consentirebbe di accedere all’anticipo pensionistico sulla base della contribuzione e non dell’età. Esempio: se si consentisse l’accesso all’APE con 41 anni di contributi, si coinvolgerebbero 25mila precoci sessantenni con una pensione di 1.800-1.900 euro al mese.

=> APE per tutti: taglio al 5% annuo

Altre misure

La Riforma Pensioni conterrà anche misure per le pensioni minime (potenziamento della quattordicesima ed estensione della no tax area), per eliminare la ricongiunzione onerosa dei contributi, per allargare le maglie degli scatti legati all’allungamento delle speranze di vita. Infine, c’è il capitolo esodati. C’è un testo per l’ottava salvaguardia in commissione Lavoro alla Camera in attesa di un’eventuale accordo nell’ambito della trattative di Riforma Pensioni. I Comitati Esodati insistono nel chiedere che l’ottava salvaguardia tuteli i 34mila rimasti fuori dai precedenti provvedimenti, utilizzando i fondi già stanziati per le sette salvaguardie non utilizzati:

«dall’ultimo Report pubblicato dall’INPS lo scorso agosto» segnalano gli esodati, emerge che avanzano 42mila posti, dei 172mila posti finanziati per le sette salvaguardie, quindi le risorse sono sufficienti per tutelare i 34mila esodati rimasti fuori.