La Legge di Stabilità 2017 (Legge di Bilancio) rinnoverà il bonus cultura da 500 euro per i 18enni, introdurrà nuove risorse per il diritto allo studio, con un’ipotesi di no tax area per studenti universitari e all’università. Vediamo brevemente come si configura il Pacchetto Giovani in Manovra, che il Governo intende chiamare “Student Act“.
=> Legge di Stabilità 2017: tutte le misure allo studio
Bonus 500 euro
Sarà rinnovato il bonus cultura, in base al quale anche chi compie 18 anni nel 2017 avrà a disposizione 500 euro da spendere in cultura (cinema, concerti, musei, libri, eventi, monumenti, teatri, parchi naturali e aree archeologiche). C’è un’applicazione messa a punto dal Governo, 18app, che consente di fare shopping culturale fra le proposte degli esercenti e delle istituzioni che si iscrivono. Per accedervi, servono le credenziali SPID (Identità Digitale).
Ricordiamo che la misura inserita nella Legge di Stabilità 2016 riguardava tutti i giovani residenti sul territorio nazionale che compiono 18 anni nel corso dell’anno (anche gli stranieri con permesso di soggiorno): se la misura verrà riproposta senza modifiche, dunque, gli stessi requisiti saranno validi anche per il 2017.
Altre misure
Le altre misure dello Student Act allo studio: 50 milioni in più per il Fondo integrativo statale per il diritto allo studio, che farebbe salire l risorse totali a 220 milioni. Non solo: sempre per incentivare le iscrizioni all’università, si pensa a una no tax area (studi universitari gratuiti), per famiglie con ISEE fra 12mila e 15mila euro. Infine, borse di studio da 10-15mila euro (quindi, più cospicue rispetto alle attuali, che arrivano al massimo a 4mila euro) da assegnare agli studenti più meritevoli, sempre appartenenti alle famiglie a basso reddito. I tecnici sono al lavoro per mettere a punto un sistema che consente la selezione di questi studenti: oltre al voto di maturità, si pensa di inserire altri criteri relativi al rendimento nel corso di tutti gli anni di studi superiori.
=> Garanzia giovani verso il bis
Infine, non si escludono finanziamenti aggiuntivi per i dipartimenti universitari migliori in base alle pagelle di valutazione dell’Anvur, agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Questa misura si affiancherebbe alle risorse, previste dalla finanziarie 2016, per il rientro dei cervelli, su cui si attende però il decreto ministeriale attuativo.
Sullo sfondo di queste ipotesi di pacchetto giovani in Legge di Stabilità 2017, le recenti cifre dell‘OCSE (Education at a glance 2016) secondo cui l’Italia ha il poco edificante primato del boom di Neet (giovani che non studiano e non lavorano): sono aumentati del 10% dal 2005 al 2015, in misura superiore alla media degli altri paesi OCSE. Non solo: il corpo docenti della scuola italiana è il più anziano, in termini anagrafici, dell’area OCSE, con 6 0 7 insegnanti su dieci sopra i 50 anni, e ha una delle percentuali più basse di presenza maschile (8 insegnanti su dieci sono donne). La spesa pubblica nell’educazione dal 2008 al 2013, gli anni della crisi, è scesa del 14% (contro il -2% delle altre spese), portando la percentuale di spesa per l’istruzione (primaria, secondaria e terziaria) nel 2013 al 4% del pil, contro il 5,2% dell’area OCSE: peggio di noi, solo Spagna, Ungheria e Slovenia.
Per approfondire: Report OCSE