In attesa della Riforma Pensioni definitiva che chiarirà i dettagli del prestito pensionistico APE, si moltiplicano le simulazione con i calcoli sull’entità del taglio della pensione per chi sceglie di ritirarsi in anticipo: vediamoli. Come è noto, la misura in arrivo (è al centro di un tavolo negoziale governo-sindacati per cui è stata fissata una riunione probabilmente conclusiva il prossimo 21 settembre) prevede che ci si possa ritirare a 63 anni, quindi con 3 anni e 7 mesi di anticipo sull’età pensionabile (66 anni e 7 mesi), a partire dal 2017.
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Il lavoratore percepisce un trattamento che di fatto è un prestito, da restituire poi con rate sulle pensione ventennali. In preparazione, un meccanismo di detrazioni fiscali che attutisca il peso della restituzione per i redditi bassi, fino ad azzerarlo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, che segue la trattativa, fornisce alcuni esempi: «se un pensionato ha mille euro al mese ed è meritevole di tutela, è disoccupato senza ammortizzatori sociali, fa lavori rischiosi, pesanti, faticosi, è in condizioni soggettive di bisogno perché magari ha a casa un disabile da assistere, in tutti questi casi il costo è zero». Secondo le indiscrezioni che circolano, la soglia sotto la quale non si paga nulla sarebbe intorno ai 1200 euro netti al mese, circa 1500 euro lordi.
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Per chi lavora, invece, un anno di anticipo costerà «una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni – prosegue Nannicini -, mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 a 200 euro al mese». In termini percentuali, si va da un taglio intorno al 5-6% per chi si ritira con un anno di anticipo, fino al 20% abbondante per chi invece utilizza l’anticipo massimo.
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Secondo le proiezioni del Sole24Ore, la rata può andare dai 38 euro al mese per un lavoratore a reddito basso che si ritira con un anno di anticipo, fino a 500 euro al mese per chi invece ha una pensione intorno ai 1700 euro netti (2600 euro lordi) e va in pensione con tre anni di anticipo. Attenzione: sono calcoli che non incamerano la detrazione, quindi per i redditi bassi del tutto teorici (perché sono quelli su cui maggiormente influirà l’agevolazione fiscale), mentre su quelli alti sono più vicini alla realtà.
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Nel dettaglio, vediamo alcune tabelle con le simulazioni di calcolo, prendendo come esempio diverse classi di reddito pensionistico. L’importo della pensione per i primi 20 anni è più basso perché sono quelli in cui si pagano le rate, poi invece l’assegno si alza. Partiamo da una pensione da 1212 euro al mese lordi (993 euro netti):
Rate e importi | 1 anno di anticipo | 2 anni di anticipo | 3 anni di anticipo |
APE netto | 943 euro | 943 euro | 894 euro |
Importi Rate | 38 euro al mese | 76 euro al mese | 109 euro al mese |
Pensione per i primi 20 anni | 1141 euro | 1104 | 1074 |
Pensione dopo i 20 anni di rate | 1398 | 1400 | 1402 |
Pensione da 2mila euro lordi al mese (1510 netti): lavoratore coinvolto in crisi aziendale, per cui il costo del trattamento è a carico dell’impresa.
Rate e importi | 1 anno di anticipo | 2 anni di anticipo | 3 anni di anticipo |
APE netto | 1435 | 1435 | 1435 |
Importi Rate | 68 | 137 | 209 |
Pensione netta media primi 20 anni | 1685 | 1618 | 1549 |
Pensione dopo i primi 20 anni di rate | 2018 | 2021 | 2024 |
Pensione da 2615 euro lordi al mese (1863 euro netti): lavoratore che decide autonomamente la pensione anticipata 8quindi l’anticipo sarà finanziato dalle banche)
Rate e importi | 1 anno di anticipo | 2 anni di anticipo | 3 anni di anticipo |
APE netto | 1770 | 1770 | 1770 |
Importi Rate | 150 | 305 | 465 |
Pensione netta primi 20 anni | 1957 | 1804 | 1646 |
Pensione netta dopo 20 anni di rate | 2383 | 2386 | 2388 |