In attesa dell’auspicata revisione della Riforma delle Pensioni Fornero, con la quale il Governo si ripropone di introdurre una maggiore flessibilità nel sistema previdenziale, vediamo come è possibile anticipare l’uscita dal mondo del lavoro secondo le attuali regole.
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Opzione Donna
L’Opzione Donna è il regime sperimentale che offre alle donne lavoratrici la possibilità di prepensionamento a 57 o 58 anni (per dipendenti e autonome), con 35 anni di contributi, ora estesa dalla Legge di Stabilità 2016 anche alle lavoratrici che maturano i requisiti di età e di anzianità dopo il 31 novembre 2014 ed entro il 31 dicembre 2015. L’assegno previdenziale verrà liquidato esclusivamente con il sistema contributivo e questo metodo di calcolo rappresenta la penalità prevista per le lavoratrici che anticipano la pensione con l’Opzione Donna. Tale penalizzazione permarrà per tutta la durata della pensione.
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Settore privato
Il comma 15-bis dell’articolo 24 del Dl 201/2011 (c.d. Salva Italia) offre ai soli lavoratori dipendenti del settore privato (no autonomi e pubblico impiego) di accedere alla pensione anticipata con 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2012, e la quota 96 entro il 31 dicembre 2012 (60 anni di età + 36 di contributi oppure 61 anni + 35 di contributi). Questi lavoratori, quando compiono 64 anni e tre mesi hanno diritto alla pensione anticipata. Per le donne dipendenti del privato il requisito è meno stringente: 20 anni di contributi e 60 anni di età entro il 31 dicembre 2012.
Esodati
Se si rientra nei requisiti previsti dalle attuali sette salvaguardie dalla Riforma delle Pensioni Fornero, è possibile andare in pensione con le vecchie regole. Attualmente è allo studio del Governo l’ottava salvaguardia.
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Contributi volontari
Versando in modo volontario i contributi è possibile altresì accedere alla pensione anticipata. I contributi volontari possono essere utilizzati sia per raggiungere la pensione di vecchiaia che quella anticipata.
Riscatto
In alternativa è possibile verificare se nella propria vita lavorativa esistono dei periodi che possono essere riscattati, ad esempio quelli in cui il datore di lavoro non ha versato i contributi obbligatori, oppure periodi non coperti da contribuzione durante i quali sono state svolte determinate attività, quali ad esempio gli studi per il conseguimento della laurea, di un dottorato di ricerca o di un master. Il riscatto, che ricordiamo essere oneroso, può anche essere utilizzato per coprire il periodo di congedo parentale, il servizio civile o il lavoro all’estero o, ai sensi del Dlgs 564/1996, per coprire eventuali periodi di non occupazione tra un lavoro ed un altro o di formazione professionale studio o ricerca, se successivi al 1996 e non coperti da altra contribuzione, nel limite massimo di tre anni.
Invalidità
Alcune particolari agevolazioni sono previste per i lavoratori con una invalidità superiore al 74%, ai quali vengono scontati 2 mesi di contribuzione per ogni anno di lavoro effettivamente svolto, entro un massimo di cinque anni. Si tratta di un’opzione gratuita, previa presentazione di una specifica domanda all’INPS. I lavoratori con invalidità pari o superiore all’80% dipendenti del settore privato possono accedere alla pensione anticipata a 55 anni se donna o a 60 anni se uomo, con 20 anni di contributi dopo una finestra mobile di 12 mesi.
=> Pensione e assegno di invalidità: ultime sentenze
In alternativa se possiede una invalidità è previsto un assegno ordinario di invalidità: una prestazione economica, erogata a domanda, in favore di coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale.
Oltre alla percentuale di invalidità sono richiesti almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.
Di fatto si tratta di un assegno pensionistico concesso indipendentemente dall’età del lavoratore, per l’erogazione del quale non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa. L’assegno ha validità triennale, ma può essere confermato e prorogato se persistono i requisiti.
L’assegno ordinario di invalidità, al compimento dell’età pensionabile e in presenza di tutti i requisiti, viene trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia. L’importo viene determinato con il sistema di calcolo:
- misto (una quota calcolata con il sistema retributivo e una quota con il sistema; contributivo);
- contributivo, se il lavoratore ha iniziato l’attività lavorativa dopo il 31.12.1995.