Sono in partenza le buste arancioni INPS contenenti le simulazioni delle pensioni future, i calcoli verranno effettuati sulla base dei dati attuali, di un PIL che ha una crescita annua reale del +1,5%, lo stesso andamento indicato nelle stime della Ragioneria Generale dello Stato, nonché su un’ipotesi di una carriera lavorativa senza pause contributive. I calcoli per chi ha, oggi, 30 o 40 anni e lavora come dipendente o ha un’attività autonoma sono, ovviamente, diversi.
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30enni
Utilizzando l’applicativo “La Mia pensione INPS” è possibile farsi un’idea di quella che sarà la pensione futura dei trentenni di oggi.
Un dipendente di 30 anni di età, con un reddito attuale di mille euro netti al mese potrà andare in pensione di vecchiaia nel 2056 ottenendo un assegno di 1.749 euro lordi (1.400 euro netti) pari al 75% della retribuzione finale stimata (2.330 euro al mese al lordo delle tasse).
L’applicativo consente anche di simulare l’andamento della pensione con un PIL in crescita del +1%. In questa ipotesi l’assegno previdenziale del trentenne scenderebbe a 1.217 euro lordi (1.029 netti), il 95% di una retribuzione finale pari a 1.284 euro al mese.
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40enni
I quarantenni dipendenti di oggi con con un reddito attuale di 2.000 euro netti al mese potrà andare in pensione di vecchiaia nel 2045 ottenendo un assegno di 3.326 euro lordi (2.374 euro netti) pari al 73% della retribuzione finale stimata (4.555 euro al mese al lordo delle tasse). Con PIL al +1%, l’assegno scende a 2.640 euro lordi (1.970 euro netti) pari al 89,2% della retribuzione finale stimata (2.958 euro al mese al lordo delle tasse).
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Autonomi
Se il quarantenne è un lavoratore autonomo, l’assegno previdenziale stimato è pari a 2.472 euro lordi (1.871 euro netti) pari al 50,8% della retribuzione finale stimata (4.866 euro al mese al lordo delle tasse). Con PIL al +1% l’assegno scende a 1.952 euro lordi (1.543 euro netti) pari al 61,8% della retribuzione finale stimata (3.160 euro al mese al lordo delle tasse).