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Cumulo contributi per la pensione: il punto

di Barbara Weisz

Pubblicato 1 Marzo 2016
Aggiornato 21 Marzo 2016 15:53

Quasi 2mila lavoratori già andati in pensione utilizzando il cumulo dei contributi previdenziali in gestioni diverse: tutti i dati dal Ministero del Lavoro.

Il cumulo dei contributi, nei primi anni di applicazione (2013-2015), è stato utilizzato da 1.889 lavoratori, andati in pensione incassando un assegno medio da 680 a 1080 euro di media: i dati sono forniti dal Ministero del Lavoro in risposta a un’interrogazione parlamentare. Si tratta di uno strumento attivato dalla Legge di Stabilità 2013 (legge 228/2012), in base al quale è possibile agganciare la pensione di vecchiaia, di invalidità o il trattamento di reversibilità ai superstiti, cumulando periodi contributivi versati in gestioni previdenziali diverse, ad esempio a due o più forme di assicurazione obbligatoria di dipendenti e autonomi. In questo modo, è possibile raggiungere il requisito contributivo dei 20 anni necessari per il diritto alla pensione di vecchiaia, nel momento in cui si raggiunge anche il requisito anagrafico.

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Sono esclusi dal cumulo i soli contributi versati alle casse professionali private. Inoltre, il cumulo non si può applicare se è già stata maturata una pensione (raggiungendo quindi autonomamente i 20 anni di contributi). In definitiva, il cumulo è applicabile al raggiungimento della pensione di vecchiaia, di inabilità, ai superstiti, mentre non è mai utilizzabile per ottenere la pensione anticipata.

Esempio: una lavoratrice ha l’età per andare in pensione ma solo 15 anni di versamenti alla gestione obbligatoria dipendenti, e altri 10 anni di contributi versati, invece, alla gestione separata INPS. In questo caso, la lavoratrice può andare in pensione di vecchiaia cumulando i contributi. Se invece una lavoratrice ha 30 anni di contributi versati alla gestione dipendenti e 12 anni in gestione separata, non potrà sommarli, utilizzando il cumulo, per arrivare ai 41 anni e 10 mesi necessari per la pensione anticipata.

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Ricordiamo che il cumulo è un istituto diverso da altre possibilità che la normativa mette a disposizione per forare una pensione con contributi versati in diverse gestioni, come la ricongiunzione (che però spesso è onerosa), e la totalizzazione (che invece è sempre gratuita ma comporta un calcolo contributo dell’assegno, in genere sfavorevole).

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Le pensioni liquidate con il cumulo nel triennio 2013-2015 sono equamente distribuite: 866 riguardano le donne e 1.023 gli uomini. Per quanto riguarda l’importo lordo medio, è pari a 854 euro per i trattamenti di vecchiaia, 1.046 euro per l’inabilità, 682 euro per i trattamenti ai superstiti. Il ministero ha anche fornito i primissimi dati 2016: 47 nuove pensioni liquidate nei primi due mesi dell’anno.