La riforma delle prestazioni di sostegno al reddito prevista dal disegno di legge di contrasto alla povertà (approvato dal Governo nel cdM del 28 gennaio) comporterà requisiti più stringenti per gli assegni pensionistici ai superstiti. La stretta non riguarda i trattamenti in essere ma le nuove prestazioni. In pratica, l’intenzione è quella di rivedere l’importo delle pensioni di reversibilità e indirette in base al reddito dei familiari aventi diritto. Per sapere esattamente cosa succederà, bisogna attendere il testo del ddl approvato dal Governo (che poi deve intraprendere l’iter parlamentare).
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Importo assegno oggi
Attualmente, gli assegni ai superstiti vengono erogati nella seguente misura:
- 60% se il trattamento spetta solo al coniuge;
- 70% se spetta solo a un figlio;
- 80% se ci sono il coniuge e un figlio oppue due figli senza coniuge;
- 100% in presenza di coniuge e due o più figli oppure tre o più figli;
- 15% per ogni altro familiare, avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti.
Nuovo calcolo pensione
La novità consiste nell’introduzione di una nuova variabile, il reddito, per stabilire l’importo della pensione ai superstiti, prestazione economica erogata al coniuge (o figli, nipoti minori o genitori over 65) del lavoratore o pensionato deceduto. Oggi la misura dell’assegno dipende fondamentalmente dal numero dei parenti aventi diritto. La riforma prevede invece che il trattamento venga ridotto in proporzione al reddito dei familiari che la percepiscono. Già ora, comunque, la pensione ai superstiti viene ridotta se il titolare possiede altri redditi, di una percentuale che va dal 25% al 50% del trattamento spettante a seconda della soglia di reddito (la riduzione massima si applica in caso di reddito superiore a cinque volte il minimo, quindi oltre i 32.622,85 euro).
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Le nuove prestazioni (non solo la pensione ai superstiti, ma tutte quelle oggetto di razionalizzazione) verranno riconosciute in base al «principio di universalismo selettivo nell’accesso secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’ISEE». Secondo quanto si apprende, però, questa rideterminazione terrà conto solo della componente reddituale, non di quella patrimoniale (che pure rientra nell’ISEE).
Trattamenti interessati
Nell’attesa di capire come cambierà il meccanismo, ricordiamo che il riordino tramite riclassificazione dei trattamenti in base al reddito non riguarderà solo le pensioni ai superstiti ma anche gli altri trattamenti assistenziali o previdenziali legati a condizioni di bisogno:
- assegno sociale: in sostituzione della pensione sociale, spetta agli anziani over 65 in condizioni di bisogno economico;
- maggiorazioni sociali: prestazioni INPS a pensionati o destinatari di altri trattamenti di sostegno, legate a situazioni di bisogno.
Sono escluse le pensioni di invalidità, per le quali quindi restano le attuali regole.
Reddito minimo
Il ddl di contrasto alla povertà introduce un reddito minimo destinato a persone e famiglie sotto la soglia di povertà. Secondo le anticipazioni del ministro del Lavoro Poletti, il trattamento sarà pari a 320 euro al mese, inizialmente destinato a circa un milione di famiglie, con priorità per i nuclei con figli minorenni. Le risorse, almeno per questo 2016, arriveranno proprio dai risparmi conseguiti con il taglio alle pensioni ai superstiti. I beneficari saranno destinatari di piani personalizzati di inclusione sociale e lavorativa.
Servizi sociali
Infine, è previsto un riordino della normativa sui servizi sociali con l’obiettivo di superare la frammentarietà delle attuali misure e prevedere interventi uniformati a principi di equità ed efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni. Gli interventi generali annunciati:
- organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali presso il ministero del Lavoro;
- attribuzione delle competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni allo stesso ministero del Lavoro;
- promozione di accordi territoriali tra servizi sociali e altri enti o organismi competenti per l’inserimento lavorativo, la salute, l’istruzione e la formazione;
- rafforzamento del Sistema informativo dei servizi sociali e del Casellario dell’assistenza.