Quasi un milione di lavoratori anziani (il 49%) accetterebbe di andare in pensione anticipata con un taglio dell’assegno: è quanto emerge da un sondaggio promosso da Confesercenti e condotto da SWG sulla flessibilità in uscita. Per capirci, il target è lo stesso della platea dei dipendenti destinatari del part-time per la pensione inserito nella Legge di Stabilità. Anche sulla base di quanto emerso, l’associazione di PMI formula una proposta di staffetta generazionale: per ogni lavoratore che sceglie il tempo parziale agevolato l’impresa assume un lavoratore giovane, finanziando quindi la misura non tanto con la fiscalità generale ma con la solidarietà espansiva.
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Sì alla pensione ridotta
Il 49% dei pensionandi (960mila persone) andrebbe in pensione in anticipo accettando un taglio dell’assegno previdenziale, ma molto dipende dall’entità della decurtazione.
- il 2% sarebbe disposto a ritirarsi in ogni caso,
- il 30% si dichiara disposto ad accettare solo se la riduzione della pensione non supera il 5%,
- il 12% accetterebbe anche una decurtazione fino al 10%
- il 5% sarebbe disposto a subire un taglio dell’assegno fino al 15%.
- il 29% non accetterebbe forme di prepensionamento
- il 20% si dichiara indeciso.
Part-time per la pensione
Più diversificate le risposte a fronte dell’opzione prevista dalla Legge di Stabilità 2016, ossia quella di un part-time per chi ha almeno 63 anni e meno di 3 anni alla maturazione del requisito pensionistico: il 38% dei rispondenti è interessato, una percentuale analoga al contrario non lo è. Circa un pensionando su quattro (il 24%), è incerto.
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La misura prevista dalla manovra consente di scegliere un tempo parziale al 50%, con stipendio al 75% (perché nella busta paga del dipendente confluisce la quota risparmiata dall’azienda per i contributi previdenziali). I contributi figurativi restano quelli pieni, quindi alla fine l’assegno della pensione non subirà alcun taglio.
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Staffetta generazionale
Su questa norma si inserisce la proposta di Confesercenti, illustrata dal segretario generale, Mauro Bussoni:
«una staffetta generazionale che prevede, per i lavoratori anziani vicini alla pensione che scelgono il part-time, di non vedersi ridurre né lo stipendio né i contributi, in cambio dell’assunzione nella stessa impresa di un lavoratore giovane». Quindi, lavoro part-time per gli ultimi anni prima della pensione ma con stipendio pieno».
La norma non andrebbe ad appesantire la fiscalità generale, ma a finanziarla sarebbero le stesse aziende, attraverso il Fondo integrativo salariale e ai Fondi di formazione continua. Secondo Confesercenti, se questa forma di part-time per la pensione con nuove assunzioni di giovani venisse applicata
«alle imprese tra i sei e i 60 dipendenti del commercio, del turismo e del terziario potrebbe permettere l’ingresso nel mondo del lavoro ad almeno 100mila giovani».
Il sondaggio ha anche sondato la propensione dei lavoratori pensionandi ad accogliere forme di staffetta generazionale: sapendo che un’uscita anticipata dal lavoro garantisce l’assunzione di un giovane, il 44% dei lavoratori anziani accetterebbe più volentieri una riduzione dell’assegno pensionistico, il 30% invece risponde negativamente e il 26% non si pronuncia.
Pensioni 2016
Ricordiamo che il capitolo flessibilità in uscita, che sembrava potesse essere previsto nella Finanziaria 2016, non è invece stato inserito in Manovra, con l’unica eccezione della norma sul part-time per la pensione. In Legge di Stabilità ci sono invece la settima salvaguardia esodati, l’estensione dell’Opzione Donna, l’innalzamento della no tax area dal 2017. La Riforma pensioni vera e propria, dalla quale si attendono nuove norme sulla flessibilità in uscita, con un allentamento dei paletti in cambio della decurtazione dello stipendio, è rimandata a un provvedimento specifico nel 2016.