Tra lavoro irregolare e frodi per ottenere sussidi, c’è troppa illegalità in Agricoltura, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia: per contrastare lavoro nero e caporalato occorre quindi una strategia su più fronti, con maggiore capacità ispettiva a nuove modalità per dichiarare i rapporti di lavoro. Lo ha spiegato il presidente INPS, Tito Boeri, in audizione presso le Commissioni riunite Lavoro e Agricoltura della Camera dei Deputati.
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In Agricoltura, spiega Boeri, oltre al lavoro nero (prestazioni non dichiarate per non pagare tasse e contributi) è diffuso anche il lavoro fittizio, mai svolto ma dichiarato per beneficiare di sussidi e trasferimenti pubblici di varia natura. Due illeciti che si intersecano fra loro, portando da un lato allo sfruttamento di manodopera e dall’altro a un fenomeno di imprese senza terra.Boeri spiega come funziona il meccanismo fraudolento: la manodopera viene ingaggiata in nero da persone fisiche o imprese, che di fatto svolgono un’attività di intermediazione illecita assicurando alle imprese utilizzatrici “pacchetti” di lavoratori sottopagati, per i quali gli provvedono anche al trasporto e spesso alla sistemazione logistica.
«Le imprese intermediatrici in molti casi costituite in forma di cooperativa, hanno la caratteristica di essere “senza terra”, vale a dire che non svolgono un’attività agricola, né, a maggior ragione, un’attività connessa a quella agricola, e neppure sono in qualche modo coinvolte di fatto nel ciclo biologico o in una o più fasi del ciclo medesimo». In pratica, queste cooperative, pur non possedendo alcun requisito per essere inquadrate come società agricole, assumono lavoratori per svolgere attività agricola, inviando la propria manodopera presso altri committenti.
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Aiuti illeciti
Queste stesse imprese sono utilizzate per il lavoro fittizio: procurano l’iscrizione negli elenchi agricoli di soggetti che di fatto non esercitano l’attività di bracciante agricolo, ma che, grazie alle denunce INPS (alla quasi totalità delle quali non corrisponde il versamento dei contributi), risultano titolati a richiedere e percepire prestazioni a sostegno del reddito (malattia, maternità, disoccupazione). I falsi braccianti, oltre a percepire indebitamente le indennità, usufruiscono del regolare incremento del conto assicurativo, con la prosettiva di prendere una pensione.
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Una vera e propria filiera dell’illegalità, su cui si concentra l’attività dell’INPS, rilevando come dietro le imprese senza terra sia spesso all’opera la criminalità organizzata. Fra le caratteristiche del sistema, il gran numero di lavoratori assunti e la breve durata di vita dell’impresa, in una sorta di meccanismo a matrioska per cui dopo pochi anni (anche uno solo), la cooperativa cessa l’attività per lasciare il posto a una società di nuova costituzione, che ne assorbe i lavoratori e prosegue il percorso finalizzato alle indebite percezioni e attività connesse. Altra caratteristica frequente: gli amministratori delle cooperative senza terra sono spesso giovani provenienti dall’Est-Europeo, inconsapevoli del ruolo svolto.
Più controlli
Boeri sottolinea come il bollino di qualità sia un’arma poco efficace, e comunque sono molto poche (446 le imprese che lo hanno richiesto e 53 ottenuto, su una platea di 180mila aziende). Il presidente INPS propone una più efficace attività ispettiva e, sul fronte degli adempimenti per le aziende, il passaggio al sistema Uniemens per dichiarare i rapporti di lavoro. Altre misure necessarie: riforma ammortizzatori sociali per lavoro agricolo, nuovi minimi retributivi, incentivi alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro caratterizzati da forte stagionalità.
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