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Pensione anticipata per uomini e donne con requisito anagrafico

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Settembre 2015
Aggiornato 1 Ottobre 2015 10:17

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Divario pensioni uomini e donne: per colmare il gap Boeri propone una pensione anticipata INPS con requisito anagrafico e non contributivo.

Boeri INPS

Il sistema previdenziale italiano è caratterizzato da disparità di trattamenti pensionistici. Le pensioni degli uomini sono più alte del 40% rispetto a quelle delle donne poiché le retribuzioni e le norme sulla pensione anticipata li avvantaggiano, con il risultato che le pensionate sono sì più numerose (53%) ma con assegni meno sostanziosi: a fine 2014, la spesa per le pensioni femminili è rimasta ferma al 44,2% del costo previdenziale complessivo.

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I dati sono stati forniti da Tito Boeri, presidente INPS, nel corso di un’audizione alla Commissione Lavoro della Camera. Pur con lenti miglioramenti («c’è stata una parziale riduzione nel corso del tempo», sottolinea Boeri), il gap è evidente e merita una riflessione propedeutica alla Riforma delle Pensioni 2016 allo studio del Governo.

Boeri analizza le cause del divario: la differenza di salario e le diverse anzianità contributive. Il primo elemento si può definire il riflesso sul sistema previdenziale del gap retributivo nel mondo del lavoro.

«Se guardiamo ai lavoratori dipendenti, i salari delle donne erano il 68,6% di quelli degli uomini nel 2013. Nel lavoro para-subordinato i divari sono ancora più accentuati: le retribuzioni delle donne sono il 50% di quelli degli uomini».

Il secondo elemento deriva invece dalle norme previdenziali, in particolare relative alla pensione anticipata, che hanno storicamente avvantaggiato gli uomini con maggior contribuzione. Fra le pensioni anticipate, spiega Boeri,

«quattro su cinque sono per gli uomini e gli importi hanno un divario molto rilevante». Il passaggio al contributivo «ha attenuato queste differenze, premiando maggiormente le donne rispetto al regime precedente».

Per ridurre il divario la ricetta di Boeri è quella di agire sul fronte normativo, con adeguate ricette in tema di flessibilità in uscita. Come è noto, il Governo sta mettendo a punto una riforma delle pensioni, che almeno in parte andrà in Legge di Stabilità, su cui il dibattito è ancora molto aperto.

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Secondo Boeri (che propone una delle diverse opzioni sul tavolo, ossia la possibilità di pensione anticipata con una decurtazione dell’assegno del 3-3,5%)

«Dobbiamo porre requisiti di natura anagrafica e non contributiva: l’età deve essere il fattore che decide e non l’anzianità contributiva»,

Le prime risposte sui piani del Governo arriveranno entro metà ottobre, con la presentazione della Legge di Stabilità. Nel frattempo, proseguono i lavori della commissione Lavoro della Camera sulla flessibilità in uscita, con l’esame di 17 progetti di legge di riforma pensioni depositati tra il 2013 ed il 2015 dalle varie forze politiche sul tema, e nuove audizioni in agenda (ANIA, associazione nazionale imprese assicurative, Confindustria, ISTAT).