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Pensione anticipata 2015-2019: pro e contro

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 11 Settembre 2015
Aggiornato 12 Ottobre 2015 13:03

Riforma Pensioni: la flessibilità in uscita comporterà una maggiore spesa del 11,9% nel prossimo quinquennio. Analisi Unimpresa.

Se tra i vantaggi di un sistema previdenziale più flessibile (che offra maggiori possibilità ai lavoratori di scegliere la pensione anticipata) c’è quello di garantire il passaggio generazionale agevolando l’occupazione giovanile ed esonerando le imprese dal mantenere lavoratori in esubero, tra gli svantaggi ci sono i maggiori costi per lo Stato: secondo il centro studi di Unimpresa, da qui al 2019 la spesa per le pensioni crescerà dell’11,9%, pari a 39,1 miliardi di euro.

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Le stime sulla spesa previdenziale e assistenziale nel 2015-2019 sono state effettuate tenendo conto delle ultime ipotesi, inserite del Documento di Economia e Finanza (DEF) approvato dal Governo. Si tratta, in particolare, della previsione di introdurre una maggiore flessibilità di uscita dal mondo del lavoro, ovvero di consentire di andare in pensione anticipata seppur con una riduzione dell’assegno previdenziale.

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Nella propria analisi, Unimpresa segnala come la spending review non avrà effetti tangibili sul bilancio della previdenza e dell’assistenza, che quindi nel prossimo quinquennio sono destinate a crescere: le voci nel bilancio pubblico per pensioni e welfare previste dal Governo passeranno dai 328 miliardi del 2014 ai 338 miliardi del 2015 fino ai 367 miliardi del 2019.

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In particolare, la spesa del welfare:

  • passerà dai 328,3 del 2014 ai 338,1 miliardi del 2015;
  • crescerà ancora a 342,6 miliardi nel 2016;
  • arriverà a 350,9 miliardi del 2017;
  • raggiungerà i 359,9 miliardi nel 2018;
  • diventerà di 367,4 miliardi nel 2019.

In conclusione, commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi:

«L’introduzione di meccanismi di flessibilità sarebbe importante da un lato per rendere il sistema previdenziale più equilibrato dall’altro per dare spazio ai giovani. Certamente va trovato il giusto equilibrio tra esigenze dei lavoratori oltre che delle imprese e stabilità finanziaria del sistema previdenziale».

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