Con il metodo di calcolo contributivo gli assegni pensionistici più bassi caleranno tra il -10% ed il -35%. A sostenerlo è l’ufficio studi della UIL, che ha effettuato dei calcoli sull’impatto della Riforma delle Pensioni proposta dal Presidente dell’INPS, Tito Boeri: il prezzo da pagare per la flessibilità in uscita sarà molto più caro di quanto promesso. I lavoratori che dovessero optare per l’uscita anticipata, secondo le ipotesi di Riforma delle Pensioni INPS che prevedono il calcolo con il metodo contributivo puro, si vedranno tagliare una fetta consistente del proprio assegno previdenziale, ben superiore allo scostamento tra il 7% e il 10% rispetto al calcolo attuale preannunciato da Boeri.
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Per il segretario Confederale, Domenico Proietti, l’ipotesi avanzata dall’INPS di introdurre tale flessibilità applicando totalmente il sistema contributivo è profondamente sbagliata e iniqua. I calcoli effettuati dall’INPS, secondo la UIL sono stati effettuati senza tenere conto della reale situazione dei singoli lavoratori, mentre effettuando un’analisi sulla situazione reale si arriva a ben altri risultati. In conclusione, la UIL chiede di reintrodurre la flessibilità in uscita per i lavoratori senza penalizzazioni ulteriori oltre a quelle implicite.
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Esempi di calcolo
La UIL ha fornito, a sostegno della propria teoria tre esempi di calcolo:
- lavoratrice dipendente con 62 anni di età, 36 anni di anzianità contributiva, primi versamenti contributivi a giugno 1979, carriera lavorativa senza interruzioni, appartenente al regime “misto” non avendo maturato 18 anni prima del 1995, reddito medio negli ultimi 10 anni 39.800 euro, decorrenza pensione luglio 2015. L’importo lordo con la disciplina attuale è di 2.163 euro mentre con il calcolo tutto contributivo scenderebbe a 1.889 euro, con un calo in percentuale del -12,67%, pari a -247 euro mensili e -3.211 euro annui;
- lavoratrice dipendente con 62 anni di età, 39 anni e 6 mesi di contribuzione, primi versamenti contributivi a gennaio del 1976, carriera lavorati va senza interruzioni, con regime retributivo fino al 2012, reddito medio ultimi 10 anni circa 34.500 euro, decorrenza pensionamento luglio 2015. Con l’attuale disciplina l’importo lordo è di 2.209 euro che scenderebbe a 1.527 euro con il calcolo tutto contributivo, con un calo del -30,87%, ovvero -682 euro al mese e -8.866 euro l’anno;
- lavoratore dipendente di 62 anni di età, 35 anni di contribuzione, carriera lavorativa senza interruzioni, appartenente al regime retributivo fino al 2012, reddito medio ultimi 10 anni 33.000 euro. Secondo la normativa vigente il lavoratore percepirebbe 2.345 euro di trattamento pensionistico mensile lordo, mentre con il calcolo contributivo la perdita sarebbe del -33,94%, pari a -796 euro al mese e -10.348 euro l’anno.
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