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Pensioni 2025: tutte le formule per l’uscita dal lavoro

di Anna Fabi

7 Gennaio 2025 10:26

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Le formule per andare in pensione nel 2025: tutte le opzioni, dai requisiti ordinari alle nuove flessibilità in uscita, con regole speciali per pubblico e privato.

Il 2025 porta con sé una varietà di formule pensionistiche che permettono ai lavoratori italiani di accedere al trattamento previdenziale. Tra regole ordinarie, misure di flessibilità, e agevolazioni specifiche per categorie particolari, ecco una guida completa aggiornata alle norme vigenti.

Pensione di vecchiaia ordinaria

La pensione di vecchiaia nel 2025 resta la principale via per accedere al trattamento previdenziale, con i consueti requisiti.

  • Età anagrafica: 67 anni per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che privato.
  • Contributi minimi: 20 anni di contributi accreditati.
  • Importo minimo: è necessario che l’importo della pensione sia almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale INPS (circa 751 euro mensili).

Per le madri che ricadono nel sistema contributivo, è previsto uno sconto di 4 mesi per ogni figlio nel limite massimo di 16 mesi (per 4 o più figli).

Pensione anticipata Fornero

Per coloro che intendono ritirarsi prima dei 67 anni, restano in vigore le regole della pensione anticipata previste dalla Legge Fornero.

  • Uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi.
  • Donne: 41 anni e 10 mesi di contributi.

Non è previsto alcun requisito anagrafico, ma vi è una finestra mobile di tre mesi dal momento in cui si maturano i requisiti contributivi.

Regole speciali per la Pubblica Amministrazione

A partire dal 1° gennaio 2025, inoltre, il limite ordinamentale, precedentemente fissato a 65 anni, è stato innalzato a 67 anni, uniformandosi così all’età prevista per la pensione di vecchiaia nel settore privato. Ciò significa che i dipendenti pubblici non saranno più obbligati al pensionamento d’ufficio al raggiungimento dei 65 anni, ma potranno proseguire il servizio fino ai 67 anni. Peraltro, è stata reintrodotta la possibilità di trattenimento in servizio fino a 70 anni, entro un limite pari al 10% delle nuove assunzioni autorizzate.

Per quanto riguarda il personale scolastico, il limite di età di 65 anni rimane applicabile per l’anno in corso. Tuttavia, per le cessazioni e le prosecuzioni in servizio a partire dal 1° settembre 2025, saranno necessarie specifiche circolari attuative del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) per definire le modalità operative in conformità con le nuove disposizioni.

Per i dipendenti pubblici iscritti alle gestioni ex INPDAP, la Legge di Bilancio 2024 ha modificato le regole per la pensione anticipata dal 1° gennaio 2025 per gli iscritti alle casse CPDEL (Cassa per le Pensioni ai Dipendenti degli Enti Locali), CPS (Cassa per le Pensioni ai Sanitari), CPI (Cassa per le Pensioni agli Insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate) e CPUG (Cassa per le Pensioni agli Ufficiali Giudiziari): per i lavoratori con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995, le aliquote di rendimento per il calcolo della quota retributiva della pensione sono state ridotte al 2,5% per ogni anno di servizio. Questo comporta una diminuzione dell’importo della pensione per coloro che scelgono il pensionamento anticipato.

Per il personale sanitario, è prevista una riduzione della penalizzazione derivante dalle nuove aliquote di rendimento. In particolare, ogni mese di posticipo del pensionamento rispetto alla prima decorrenza utile riduce la penalizzazione di un trentaseiesimo, fino ad azzerarsi dopo tre anni.

A partire dal 2025, le finestre mobili per l’accesso alla pensione anticipata subiranno un progressivo allungamento.

  • 2025: 4 mesi
  • 2026: 5 mesi
  • 2027: 7 mesi
  • Dal 2028: 9 mesi

Per i dipendenti pubblici, inoltre, la finestra mobile è di 6 mesi per la pensione anticipata ordinaria e di 9 mesi per Quota 103.

Formule di flessibilità in uscita nel 2025

Quota 103

Quota 103 consente di andare in pensione con i seguenti requisiti.

  • Età: almeno 62 anni.
  • Contributi: almeno 41 anni di versamenti.
  • Tetto massimo assegno: 5 volte il trattamento minimo INPS (circa 2.840 euro lordi mensili).

Questa misura è valida solo per il 2025 e prevede una finestra di uscita di 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per quelli pubblici.

Opzione Donna

Le lavoratrici possono accedere a questa misura ma solo se rientrano in determinate categorie.

  • Età minima: 61 anni, ridotta a 60 con un figlio e 59 con due o più figli.
  • Contributi: 35 anni.
  • Categorie: riservata a donne licenziate, dipendenti di aziende in crisi o con invalidità pari almeno al 74%.
  • Calcolo: l’assegno è interamente contributivo.

APE Sociale

L’APE Sociale è disponibile per lavoratori in condizioni di particolare difficoltà: disoccupati di lungo periodo, caregiver, lavoratori con disabilità superiore al 74% e addetti a mansioni gravose.

  • Età minima: 63 anni.
  • Contributi: 30-36 anni, in base alla categoria.

L’importo massimo è pari a 1.500 euro lordi mensili.

RITA 

La Rita (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) consente l’uscita anticipata utilizzando il fondo pensione complementare.

  • Età: 57 anni per chi è disoccupato da almeno 24 mesi, 62 anni per gli altri.
  • Contributi minimi: 20 anni nel regime obbligatorio.

Quota 41 per lavoratori precoci

Chi ha versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni (lavoratori precoci) può accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi. La Quota 41 consente di accedere alla pensione anticipata ad alcune categorie svantaggiate senza vincoli di età anagrafica, ma con alcune condizioni particolari. Per accedervi nel 2025, i lavoratori devono soddisfare contemporaneamente i seguenti requisiti:

  • Contributi: almeno 41 anni di contribuzione versata.
  • Condizioni lavorative particolari:
    • Disoccupazione involontaria: il lavoratore deve essere stato licenziato e aver esaurito il diritto alla NASpI (o a un’altra indennità di disoccupazione).
    • Cura di familiari disabili: è richiesta l’assistenza continuativa da almeno sei mesi per un familiare convivente con invalidità grave (ai sensi della Legge 104/1992, art. 3 comma 3).
    • Invalidità personale: è necessario un grado di invalidità civile riconosciuto pari o superiore al 74%.
    • Lavori usuranti o gravosi: inclusi nella lista dei lavori particolarmente pesanti predisposta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sono ricompresi, ad esempio, gli operai edili, gli infermieri che lavorano su turni e i conduttori di mezzi pesanti.
  • Periodo contributivo: almeno 12 mesi di contributi effettivi (non figurativi) accreditati prima del compimento del 19° anno di età, configurando così una carriera lavorativa precoce.

Nel 2025 è prevista una finestra mobile, che differisce tra settore pubblico e privato:

  • Settore privato 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.
  • Settore pubblico 6 mesi dalla maturazione dei requisiti.

Pensione disabili

I lavoratori con un’invalidità pari almeno all’80% possono accedere alla pensione di vecchiaia con 61 anni se uomini e 56 anni se donne, con un minimo di 20 anni di contributi. Se la disabilità è accompagnata da attività lavorative classificate come usuranti, potrebbe essere applicabile una riduzione ulteriore dei requisiti di età e contribuzione, come stabilito dall’Ape Sociale.

I beneficiari di questa pensione possono cumulare l’assegno con redditi da lavoro autonomo occasionale, fino a un massimo di 5.000 euro annui. Tuttavia, il cumulo con redditi da lavoro dipendente o continuativo non è consentito, salvo eccezioni specifiche stabilite per alcune categorie professionali.

Isopensione e contratto di espansione

Alcuni dipendenti possono accedere a strumenti specifici, in relazione ad appositi accordi sindacali.

  • Isopensione: permette il prepensionamento fino a 7 anni prima con costi a carico del datore di lavoro.
  • Contratto di espansione: prepensionamento con 62 anni di età e 20 anni di contributi.

Pensione anticipata a 64 anni con la previdenza complementare

Dal 2025 sarà possibile accedere alla pensione anticipata a 64 anni nel sistema contributivo, includendo la rendita derivante da un fondo di previdenza integrativa per raggiungere la soglia minima richiesta (importo soglia) che nel 2025 è pari a 538,69 euro.

  • Età: minimo 64 anni compiuti entro il 31 dicembre 2025.
  • Contribuzione: almeno 20 anni di contributi nel regime previdenziale obbligatorio.
  • Importo soglia: in caso di difficoltà a raggiungere la soglia con la pensione pubblica, è possibile sommare la rendita periodica maturata presso un fondo pensione complementare, attivata in forma di rendita vitalizia o temporanea.

La quota integrativa derivante dal fondo pensione complementare viene calcolata sulla base del capitale accumulato e del coefficiente di trasformazione in rendita applicabile all’età del lavoratore.

Tabella pensioni 2025: tutte le formule e i requisiti

Formula di pensionamento Requisiti e finestre mobili
Pensione di vecchiaia ordinaria 67 anni di età, almeno 20 anni di contributi; nessuna finestra mobile.
Pensione anticipata ordinaria 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini e 41 anni e 10 mesi per donne; tre mesi di finestra mobile.
Quota 103 62 anni di età, 41 anni di contributi; finestra mobile  di 7 mesi per il settore privato, 9 mesi per il settore pubblico.
Opzione Donna 59 anni di età con almeno 35 anni di contributi per donne con 2 figli (60 anni con 1 figlio, 61 anni senza figli o altri requisiti specifici); 12 mesi di finestra mobile nel privato e 18 mesi nel pubblico impiego.
APE Sociale 63 anni di età, 30-36 anni di contributi (a seconda della categoria); reddito massimo 5.000 euro per redditi da lavoro autonomo.
Pensione anticipata contributiva 64 anni di età, 20 anni di contributi, importo maturato pari almeno a 3 volte l’importo dell’assegno sociale (2,8 volte per donne con figli).
Pensione con cumulo contributivo Raggiungimento dei requisiti ordinari attraverso il cumulo di periodi contributivi in gestioni diverse.
Isopensione Accordo con il datore di lavoro e al massimo 7 anni dalla pensione ordinaria.
Contratto di espansione Accordo aziendale per aziende con più di 50 dipendenti, fino a 5 anni dalla pensione ordinaria.
Pensione anticipata usuranti e gravosi 41 anni di contributi con almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima dei 19 anni; applicabile a determinate categorie di lavoratori.