I giovani che entrano nel mondo del lavoro a partire dal 2025 aprendo una posizione INPS possono versare una quota di contributi aggiuntivi (il 2% di quanto già dovuto) rispetto a quelli obbligatori, così da incrementare il montante su cui si calcolerà la futura pensione una volta raggiunta l’età per il trattamento di vecchiaia: lo prevede un nuovo emendamento alla Manovra 2025.
Contributi extra per la pensione: come funziona
Chi inizia a versare contributi obbligatori a partire dal 1° gennaio 2025, in base alla nuova regola inserita all’ultimo minuto in Legge di Bilancio, potrà scegliere di versare all’INPS una maggiorazione sui contributi dovuti, pari al massimo a due punti percentuali (il 2% della quota a carico del lavoratore, già trattenuta in busta paga).
Questa nuova possibilità è riservata agli iscritti AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) ed alle sue forme esclusive e sostitutive, così come agli iscritti alla Gestione Separata. Quindi parliamo di dipendenti, collaboratori e autonomi, mentre non sembra che siano inclusi gli enti previdenziali privati dei professionisti.
Maggiorazione valida solo per la misura
I contributi versati volontariamente in aggiunta a quelli obbligatori andranno ad aumentare il montante contributivo individuale del giovane lavoratore (quello su cui si calcola la futura pensione) ma senza contribuire al requisito minimo richiesto per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia (con importo soglia oggi pari a quello dell’Assegno Sociale) oppure alla pensione anticipata contributiva a 64 anni (oggi pari a tre volte l’Assegno Sociale ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per quelle con due o più figli).
La quota di trattamento pensionistico che deriva da questi versamenti extra è corrisposta, su domanda, al pensionato dopo il conseguimento del requisito per la pensione di vecchiaia.
Versamenti aggiuntivi deducibili a metà
I contributi versati a titolo di maggiorazione saranno però deducibili dal reddito soltanto al 50% e non al 100% come quelli ordinari. I contributi previdenziali trattenuti in busta paga, infatti, sono interamente deducibili dal reddito fino a un massimo di 5.164,57 all’anno.
Entrata in vigore della nuova opzione
La Commissione Bilancio ha programmato di terminare i lavori sulla Legge di Bilancio 2025 pianificando il passaggio in Aula alla Camera il 18 dicembre, così da chiudere il testo in via definitiva.
I passaggi in Aula a Montecitorio prima e in Senato a Palazzo Madama non produrranno infaqtti altre modifiche per mancanza di tempo. La Manovra dovrebbe essere approvata entro Natale ed entrare in vigore il 1° gennaio 2025.
Un decreto del Ministero del Lavoro dovrà tuttavia definire le regole attuative relative di questa nuova opzione pensata per aumentare il montante contributivo.