Decreto Flussi: stop alle domande di ingresso tramite Patronati

di Teresa Barone

7 Novembre 2024 12:02

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Patronati esclusi dalla possibilità di inviare le richieste di nulla osta per i lavoratori stranieri ammessi attraverso il Decreto Flussi.

I Patronati non rientrano più nell’elenco dei soggetti autorizzati a presentare, attraverso il Portale ALI, le richieste di nulla osta per i lavoratori stranieri ammessi attraverso il Decreto Flussi. Il cambio procedurale è stato comunicato dai ministeri dell’Interno e del Lavoroin via informale.

Una decisione del Governo che, secondo le ACLI, tuttavia contravviene al protocollo stipulato nel 2007 tra Ministero dell’Interno, Ministero della Solidarietà Sociale e gli Istituti di Patronato.

Non solo: per i sindacati è una scelta che impedisce l’assistenza gratuita fornita finora da ben 16 anni.

Ferma la denuncia di Paolo Ricotti, Presidente nazionale del Patronato ACLI.

Mentre il fabbisogno di manodopera straniera da parte delle imprese si fa incessante, il Governo sceglie di diminuire il livello di tutela escludendo da questa attività i Patronati, che in tutti questi anni sono sempre stati con competenza a fianco della Pubblica Amministrazione per favorire i flussi migratori regolari nel rispetto delle disposizioni di legge nazionali.

In questo modo, sottolineano ACLI e INCA, non vengono affatto aiutate le imprese ed in più aumentano i costi per i datori di lavoro, così come il rischio legato agli ingressi clandestini e il lavoro sommerso.

Nel frattempo è partita la fase di precompilazione delle domande (1 – 30 novembre 2024) tramite il Portale ufficiale, che fino ad oggi era sempre stato aperto anche ai Patronati oltre che alle associazioni datoriali, in attesa del click dat vero e proprio. Da qui lo stupore dei patronati che nei giorni scorsi hanno provato ad accedere al portale senza riuscirvi.

In una nota congiunta, infatti, CGIL e INCA, hanno confermato la mancata autorizzazione al al Portale Ali per inoltrare le domande di nulla osta al lavoro per i cittadini extra-UE

È sconcertante che per scoraggiare la regolarizzazione degli immigrati nel nostro Paese, il Governo usi ogni mezzo pur di raggiungere il risultato.

Un cambio di rotta che peraltro è stato effettuato senza la necessaria chiarezza e tempestività.