Sono otto i Contratti Collettivi Nazionali recepiti nel corso del terzo trimestre 2024, mentre ammontano a 46 i CCNL in vigore alla fine di settembre, coinvolgendo circa 6,2 milioni di dipendenti, pari al 47,5% dei dipendenti per la parte economica e al 45,8% per il monte retributivo complessivo.
Sono dati forniti dall’ISTAT sulle retribuzioni contrattuali, che fa il punto sulla contrattazione collettiva in Italia.
I CCNL rinnovati e quelli in attesa
In estate sono stati rinnovati 8 CCNL, che riguardano i seguenti ambiti: Scuola privata laica, Scuola privata religiosa, Poste, RAI, Alberghi, Calzature, Ceramiche e Trasporti marittimi.
Ad essere scaduti ed ancora in attesa di rinnovo, con trattativa aperta o ancora da avviare, ben 29 contratti che riguardano 6,9 milioni di dipendenti (il 52,5% del totale).
I tempi medi di attesa di rinnovo risulta pari a 18,3 mesi per i lavoratori con contratto scaduto, scendendo a 9,66 mesi per il totale dei dipendenti.
Gli aumenti di stipendio tabellare
Per quanto riguarda la retribuzione oraria media tra gennaio e settembre 2024, c’è stata una crescita del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un aumento mensile dello 0,2% ha riguardato anche l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rispetto al mese di agosto (3,7% rispetto a settembre 2023).
L’ISTAT rileva un aumento tendenziale del 4,6% per i dipendenti del settore Industria e del 4,1% per i Servizi Privati, mentre si scende all’1,6% per i lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Tra i settori con aumenti maggiori compaiono: Credito e Assicurazione (+11,0%), Gas e Acqua (+6,7%) e Metalmeccanici (+6,4%).
Nessuna crescita invece per Edilizia, Farmacie private, Telecomunicazioni, Ministeri, Forze dell’Ordine, Forze Armate e Vigili del Fuoco.
Salari più adeguati al caro vita
Più in generale, l’ISTAT sottolinea come nel terzo trimestre del 2024 la crescita delle retribuzioni contrattuali sia stata superiore a quella dei prezzi al consumo di poco più di due punti percentuali, mostrando un graduale recupero del potere d’acquisto.
Nel corso degli ultimi mesi la dinamica salariale è stata più sostenuta per il comparto privato, con il settore industriale che, da luglio 2023, mostra variazioni tendenziali mensili superiori al quattro per cento e il settore dei servizi che, in progressivo recupero dallo scorso aprile, a settembre ha registrato anch’esso una variazione tendenziale superiore al quattro per cento.
Per quanto riguarda la dinamica dei rinnovi, invece, i lavoratori in attesa al momento il 50% del totale, dal momento che a giugno sono scaduti gli accordi relativi ai dipendenti del settore Costruzioni e dei Metalmeccanici, che assieme occupano una vasta quota di forza lavoro del Paese.