A partire dal 2025, gli immigrati attivi in Italia per motivi di lavoro subirano lo stop alle agevolazioni fiscali per figli a carico che risiedono nel paese di origine: lo prevede la nuova Manovra economica predisposta dal Governo Meloni, che contiene misure specifiche dedicate ai lavoratori extracomunitari.
Vediamole tutte.
Stop alle detrazioni per figli a carico fuori Italia
Per i lavoratori stranieri extra-UE che trasferiscono la residenza in Italia ma che hanno i figli a carico nel Paese d’origine, infatti, non è più previsto la detrazione IRPEF per i familiari a carico se risiedono all’estero, essendo privi di cittadinanza italiana o cittadinanza UE o non residenti in uno dei 30 Stati aderenti all’accordo sullo spazio economico europeo.
L’Articolo 2 del dissegno di Legge di Bilancio 2025, in un comma relativo al riordino delle detrazioni fiscali, prevede infatti che:
Le detrazioni di cui al comma 1 (per figli a carico, ndr) non spettano ai contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato aderente all’accordo sullo Spazio economico europeo in relazione ai familiari residenti all’estero.
Residenza immigrati: richiesti 600 euro di contributo
La Manovra contiene anche una norma ad hoc che riguarda gli immigrati coinvolti in qualche controversia giudiziaria in materia di accertamento della cittadinanza italiana: viene introdotta una sorta di tassa da 600 euro a titolo di contributo unificato, importo che si aggiunge al contributo da 250 euro e ai 16 euro di marca da bollo da versare nel momento in cui si presenta la domanda.
L’Articolo 106 della Legge di Bilancio, infatti, stabilisce che:
Per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana il contributo dovuto è pari a 600 euro. Il contributo è dovuto per ciascuna parte ricorrente, anche se la domanda è proposta congiuntamente nel medesimo giudizio.
Si tratta di un contributo già in vigore, che però dal prossimo anno diventa molto più ingente.