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Pensioni: aumenta l’anticipo sull’età pensionabile per le madri

di Teresa Barone

29 Ottobre 2024 07:27

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Dal 2025, un nuovo sconto sull’età pensionabile per le madri di 4 figli che ricadono nel sistema contributivo: in pensione di vecchiaia a 65 anni e 8 mesi.

Un passaggio della nuova Legge di Bilancio 2025 modifica l’anticipo sull’età pensionabile fino ad un massimo di 16 mesi per le lavoratrici madri di quattro figli o più, norma riservata però soltanto a coloro che ricadono nel sistema contributivo e che dunque hanno iniziato a lavorare dal 1996.

Attualmente, invece, la possibilità di uscita anticipata dal lavoro può estendersi fino a un massimo di 12 mesi, sempre concedendo 4 mesi di riduzione per ogni figlio.

Requisti pensione di vecchiaia dal 2025

Per il 2025 restano in vigore i requisiti Fornero per la pensione di vecchiaia, con la necessità di maturare almeno 20 anni di contributi ed un’età di 67 anni, tanto per gli uomini quanto per le donne.

Con il nuovo innalzamento del limite ordinamentale negli enti pubblici da 65 anni a 67 anni (o meglio, alla stessa età anafragica richiesta per il trattamento di vecchiaia), anche nella PA l’età per ritirarsi si allinea a quella del settore privato. Si tratta di una novità inserita nella Manovra 2025.

In pensione prima per le lavoratrici madri

Per quanto riguarda lo sconto anagrafico riservato già oggi alle madri di uno o più figli, l’altra novità della Manovra 2025 è il nuovo sconto fino a 16 mesi, che però richiede almeno 4 figli ed una carriera lavorativa che ricade per intero nel calcolo contributivo post-riforma 1995. Fino ad oggi, invece, con almeno un figlio si accedeva ad uno sconto di 3 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di tre figli e di 12 mesi.

La nuova misura 2025

Per il momento di tratta di poche nuove beneficiarie, perchè per poter ricadere nella condizione richiesta dovrebbero avere oggi circa 50 anni e già 4 figli. Dovranno inoltre attendere di compiere 65 anni e 8 mesi per andare in pensione, sempre che tra quindici anni il requisito anagrafico sia ancora questo tra quindici anni, quando più o meno potranno esercitare tale diritto godendo dello sconto di 16 mesi.

In futuro, ovviamente, man mano che l’intera popolazione attiva ricadrà in via naturale nel sistema contributivo, la platea delle beneficiarie si estenderà gradualmente, sempre che lo sconto sia mantenuto alle medesime condizioni.

Ad ogni modo, se la nuova norma sarà confermata, a partire dal 2025 le madri con quattro o più figli ricadenti al sistema contributivo (che hanno versato i contributi dopo il 31 dicembre 1995) potranno ottenere uno sconto sul requisito anagrafico necessario per accedere alla pensione di vecchiaia, oggi pari a 67 anni, che corrisponde a 4 mesi per ogni figlio nel limite massimo di 16 mesi.

Opzione alternativa per aumentare la pensione

La legge prevede inoltre che la lavoratrice possa optare in alternativa per l’applicazione di un coefficiente di trasformazione incrementato di un anno in presenza di uno o due figli, oppure maggiorato di due anni se i figli sono tre o più.

Un meccanismo già peraltro in vigore – e che dal 2025 viene quindi modificato – e di cui tiene conto l’INPS nel momento in cui simula la pensione futura tramite il proprio servizio online, lasciando alla lavoratrice madre che effettua la stima la scelta tra sconto contributivo o coefficiente maggiorato.

Le altre forme di pensione per le donne

Per il 2025, invece, restano invariati i requisiti per la pensione anticipata ordinaria (con 42 anni e 10 mesi di contributi per le donne) senza penalizzazioni sull’assegno (tranne i lavoratori del Pubblico Impiego ex-INPDAP con 15 anni di contributi precedenti al 1996, per i quali lo scorso anno è stato stabilito un ricalcolo meno favorevole della quota retributiva della propria pensione mista).

Retsa invariata anche l’Opzione Donna (35 anni di contributi e 61 di età maturati al 31 dicembre 2024, con uno sconto anagrafico di massimo due anni per alcuni settori e per alcune condizioni familiari, tra cui quella di essere madre di due o più figli), che richiede però di essere anche licenziate o esuberi di aziende con tavoli di crisi, caregiver familiari oppure inabili al 74%.

Resta in vigore nel 2025 anche la Quota 103, con 61 anni di età e 42 anni di contributi versati, con un assegno interamente ricalcolato con il contributivo (quindi, con una penalizzazione), così come già avviene quest’anno e così come è previsto anche per chi sceglie l’Opzione Donna. Con la quota 103, inoltre, l’assegno può arrivare massimo a 4 volte il minimo fino all’età della pensione di vecchiaia.