Nel decreto legge collegato alla Manovra 2025, approvato assieme al Ddl di Bilancio nel Consiglio dei Ministri del 15 ottobre, compare anche il rifinanziamento dell’APE Sociale, inserita tra le misure urgenti in materia economica e fiscale. Lo strumento di pensionamento anticipato resta quindi operativo.
La proroga nel 2025 dell’APE Sociale è prevista dalla Legge di Bilancio per il nuovo anno, che mantiene inalterate le attuali formule di flessibilità in uscita. Tuttavia, per l’accompagnamento di Stato alla pensione di vecchiaia era necessario uno specifico stanziamento, a copertura delle risorse necessarie.
Da qui il varo della misura nel decreto collegato alla Manovra, che riserva 20 milioni di euro per l’anno 2025 ed ulteriori 30 milioni per il 2026, che salgono a 50 milioni di euro per il 2027 per poi scendere a 10 milioni per il 2028.
Requisiti per l’APE Sociale nel 2025
Possono accedere alla pensione anticipata con APE Sociale i lavoratori che, anche se non hanno raggiunto l’età pensionabile, vivono condizioni di vulnerabilità economica o sociale (disabili almeno al 74%, caregiver familiari da almeno 6 mesi, disoccupati involontari senza sussidi, dipendenti del settore privati che svolgono mansioni gravose o usuranti).
Con la proroga vengono confermati anche i requisiti di accesso: età minima pari a 63 anni e 5 mesi al momento della domanda, avendo maturato almeno 30 anni di contributim, che salgono a 36 anni per gli addetti a mansioni faticose.
In particolare, tra le diverse categorie di aventi diritto all’APE Sociale, ricordiamo che ci sono anche i dipendenti che svolgono attività lavorativa gravosa da almeno 7 anni nell’arco dell’ultimo decennio (oppure per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni). Per loro è richiesta un’anzianità contributiva minima di 36 anni, come anticipato sopra, fatta eccezione per alcuni specifici comparti (edili e ceramisti), nei quali sono richiesti 32 anni di contribuzione.
È anche prevista una riduzione dei requisiti contributivi per le donne, nella misura di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni.