Solo una carriera professionale continua sarà in grado di garantire almeno il 70% dell’ultima busta paga come trattamento pensionistico. Lo si evince dalle simulazioni elaborate da Enasc-Unsic sui profili professionali che matureranno il diritto al pensionamento tra il 2032 e il 2063.
L’analisi, pubblicata sul quotidiano “La Stampa”, passa in rassegna la situazione relativa al settore pubblico, privato, gestione separata e artigianato.
Pensione futura: simulazione per ogni età e settore
Il quadro futuro sul tasso di sostituzione è molto variegato, tanto che secondo Walter Recinella – esperto previdenziale della Direzione Nazionale Enasc-Unsic – all’anzianità contributiva massima si passerà dall’80% al 74% dell’ultimo stipendio percepito, mentre dopo il 2035 si scenderà al 71% dell’ultima busta paga.
Qui di seguito alcune simulazioni con variazioni in base all’età e al settore professionale.
- commerciante con 40 anni di contributi: pensione poco superiore al 50% dell’ultimo reddito percepito;
- dipendente privato con oltre 41 anni di contributi: pensione non prima dei 69 anni con il 78% dell’ultimo stipendio;
- insegnante con oltre 41 anni di contributi, avendo da giovane un impiego con inquadramento diverso: pensione con non più del 71% dell’ultimo stipendio;
- consulente con Partita IVA che maturerà 20 anni di contributi versati con gestione separata: pensione prevista pari a meno del 31% dell’ultima busta paga;
- dipendente PA con anzianità contributiva pari a 27 anni e mezzo: assegno pensionistico pari a poco più del 48% dell’ultimo stipendio.
Le professioni più penalizzate, come si evince, sono quelle degli autonomi e quelle afferenti alle gestioni separate.