Il Governo apre a nuove misure per aumentare le pensioni minime. La premier, Giorgia Meloni, definisce il tema una priorità, andando incontro in questo modo alla posizione di un partito della sua maggioranza.
Forza Italia insiste da tempo per un intervento sui trattamenti previdenziali minimi, che negli ultimi due anni hanno conosciuto una rivalutazione superiore all’inflazione, con una maggiorazione che però non è più prevista dal 2025.
Le anticipazioni del Governo
La presidente del Consiglio ha affrontato il tema nel corso di un’intervista televisiva, e ha in effetti ricordato le misure approvate negli anni scorsi. «In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni fino a 2mila 270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte, un’opera secondo me equa, che continueremo a fare perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello Stato».
Attenzione: qui c’è un preciso riferimento a due misure approvate nelle ultime manovre economiche in tema di pensioni. La prima, alla supervalutazione delle pensioni minime, che il Governo sembra orientato a riproporre. La seconda, al taglio della rivalutazione per gli assegni più alti.
Anche in questo caso, sembra ci sia un’indicazioni sulle intenzione per la prossima Legge di Bilancio.
La maggiorazione sulle pensioni minime 2023-2024
Partiamo dalla maggiorazione sulle pensioni minime, prevista dalla prima finanziaria Meloni, ossia la legge 197/2022. Il comma 310 riconosce alle pensioni minime un incremento di 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, elevati a 6,4 punti percentuali per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024. In parole semplici, la manovra 2023 ha previsto un aumento sulle pensioni minime per il 2023 e il 2024.
Questa agevolazione scade a fine anno, quindi per applicarla anche nel 2025 è necessaria una misura di proroga 2025. O una norma che preveda un nuovo aumento, eventualmente modulato in modo diverso.
L’aumento delle pensioni minime è una richiesta di Forza Italia, mentre la Lega insiste maggiormente sulla Quota 41. Ipotesi, quest’ultima, su cui non ci sono invece anticipazioni o prese di posizione governative, e che comunque ha una portata diversa dal punto di vista delle risorse necessarie. Troppo costosa, con ogni probabilità, per una manovra che si preannuncia come sobria.
Il taglio alla perequazione delle pensioni alte 2023-2024
E qui si inserisce un’ulteriore considerazione sulle parole di Meloni. La presidente del Consiglio ha sottolineato che l’aumento delle pensioni minime è stato finanziato dal taglio della rivalutazione delle pensioni dei trattamenti alti. Questa operazione in realtà è stata fatta sia nel 2023 sia nel 2024. La manovra 2023 aveva mantenuto la rivaitaizone piena fino a quattro volte il minimo, e tagliato invece le aliquote di perequazione per i trattamenti sopra questa soglia.
La Legge di Bilancio dello scorso anno ha invece abbassato la sola aliquota dello scaglione più alto, che riguarda le pensioni sopra le dieci volte il minimo, portandola al 22% dal precedente 32%. In entrambi i casi è stato modificato il sistema di calcolo rispetto a quello precdente applicato, prevedendo il taglio sull’intera pensione, non per scaglioni.
Ora, la premier ha definito questa operazione equa. Eventuali misure sulle pensione tendenzialmente vanno finanziate con altre norme relative alla previdenza. Si profila insomma il rischio di nuove penalizzazione sulle pensioni alte. Le sopra citate norme sul taglio della perequazione si applicano fino al 31 dicembre 2024, quindi anche in questo caso per prorogarle o rimodularne serve una disposizione legislativa.
Pensioni in manovra 2025
Per il resto, il capitolo pensioni è fra quelli maggiormente in divenire. Ci sono decisioni da prendere sulle misure di flessibilità in uscita da prorogare, ovvero Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale.
In particolare, bisogna capire se il Governo è maggiormente orientato a una proroga con le attuali regole, nell’attesa di una pià organica Riforma Pensioni che di anno in anno viene rimandata, oppure se in vista ci sono anche modifiche.
=> Riforma pensioni: cosa può cambiare per l'uscita anticipata nel 2025
Negli anni scorsi sono stati introdotti nuovi paletti all’Opzione Donna, limitandola a determinate fattispecie, e alla Quota 103, penalizzata dal ricalcolo contributivo.