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Pensioni sempre più ridotte: dal 2030 peggiora il tasso di sostituzione

di Teresa Barone

19 Luglio 2024 08:24

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In pensione sempre più tardi con un assegno sempre più ridotto a causa del calcolo contributivo e dei nuovi coefficienti di trasformazione: stime al 2070.

Entro il 2027 si potrà ottenere la pensione e ritirarsi dal lavoro circa due anni più tardi rispetto a quanto avveniva nel 2010, contando su un assegno pensionistico inferiore, ridotto del 25%.

Il riferimento è alle previsioni elaborate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato aggiornati al 2024.

Più nel dettaglio, sono stime – non certo ottimistiche – che arrivano dal MEF e dalla RGS, messe nero su bianco nel rapporto sulle “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario”.

Pensioni: cosa dicono le previsioni

Stando allo studio, tra il 2023 e il 2027, la pensione media tenderà progressivamente a ridursi in rapporto alla produttività del lavoro, soprattutto per l’applicazione graduale del sistema di calcolo contributivo della pensione e alla revisione periodica dei coefficienti di trasformazione.

In generale, il tasso di sostituzione (il valore che indica il rapporto fra l’importo del primo assegno di pensione e l’ultimo stipendio percepito) e l’età di pensionamento si muovono negli anni in direzione sfavorevole ai lavoratori.

L’età pensionabile aumenta sempre di più a causa degli incrementi delle aspetatigve di vita, mentre il tasso di sostituzione cala progressivamente a causa di una serie di fattori economici e previdenziali, generando pensioni meno ricche e inadeguate a garantire il tenore di vita acquisito prima di ritirarsi. Come si legge del rapporto:

l’adeguatezza delle prestazioni e la sostenibilità finanziaria costituiscono due facce di una stessa medaglia, in quanto devono essere perseguite congiuntamente.

I sistemi pensionistici non sostenibili sul piano finanziario non sono in grado di garantire, nel medio-lungo periodo, il livello delle prestazioni e i requisiti di accesso al pensionamento indicati dalla legislazione vigente.

La sostenibilità finanziaria, in base alle stime, potrebbe risultare non tollerabile dal punto di vista sociale, richiedendo inevitabilmente interventi di sostegno a favore delle posizioni economicamente più deboli.

Le stime sui tassi di sostituzione

Ecco i tassi di sostituzione lordi della previdenza obbligatoria nella “ipotesi base” proposta nello studio, con i requisiti minimi (Scenario nazionale base) a partire dai dati del DEF 2024.

A partire dal 2040, per i dipendenti che ricadono interamente nel regime contributivo si ipotizza che l’età di accesso al periodo di quiescenza sia pari al requisito minimo per il pensionamento anticipato (3 anni in meno rispetto al requisito di vecchiaia), con finestra di tre mesi della decorrenza del trattamento.